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Elizabeth


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Il 7 settembre 1533 a Greenwich nasce Elisabetta I Tudor,regina d’Inghilterra e di Irlanda dal 1558 al 1603,data della sua morte.
Figlia di Enrico VIII Tudor e di Anna Bolena,la donna per la quale Enrico provocò lo scisma anglicano dalla chiesa cattolica di Roma
sarà la donna più importante dell’intera storia inglese,che dette il via ad un periodo di straordinaria prosperità per l’inghilterra sia
dal punto di vista meramente economico,sia da quello sociale e culturale (Shakespeare visse in questo periodo come Christopher Marlowe e Francis Bacon).
Il film parte dal 1558,anno in cui muore dopo soli cinque anni di regno la regina Maria Tudor,divenuta famosa storicamente con il poco lusinghiero
soprannome di Maria la sanguinaria (Bloody Mary)
Figlia di Enrico VIII e di Caterina di Aragona (figlia di Isabella e Ferdinando di Spagna),la legittima consorte del re d’Inghilterra,che Enrico ripudiò
proprio per sposare Anna Bolena,Maria sale al trono dopo che Edoardo VI d’Inghilterra (figlio della terza moglie di Enrico,Jane Seymour) aveva designato come successore sua cugina Jane Grey,che però rimase sul trono d’Inghilterra solo 9 giorni,in seguito alla rivolta popolare e politica che la considerava l’unica vera successore di Enrico.

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La sua morte aprì una pericolosa crisi politica,accentuata anche dalla situazione economica disastrosa in cui versava l’Inghilterra.
E Elizabeth inizia proprio con una didascalia che ricorda il difficilissimo periodo in cui si venne a trovare l’Inghilterra all’indomani
della morte della regina Maria,con Elizabeth che ha 25 anni, è regina ma di fatto è osteggiata da parte della nobiltà.
La futura regina vergine è appena uscita dal confine angusto della casa di campagna in cui è stata relegata dalla sorellastra,
dopo essere stata prigioniera nella Torre di Londra con il serio rischio di essere giustiziata.
Per Elizabeth inizia un periodo difficilissimo,stretta tra gli obblighi di corte,la presenza ingombrante di sua cugina Maria Stuarda che è regina di Scozia e appoggiata dalla Francia nonchè dalla sua mortale nemica Maria Di Guisa e gli intrighi della stessa corte.
Unico alleato della neo regina è Francis Walsingham,uomo fidato e valido consigliere.
In campo sentimentale la regina è legata ad un vecchio amico d’infanzia,Robert Dudley, I conte di Leicester,che per tutta la vita sarà suo fedele e devoto amico nonchè amante (anche se nel film viene mostrato come l’uomo che la tradì,una grave inesattezza storica).
Pressata da William Cecil,che a nome della corte le chiede e la scongiura di prendere marito per evitare rischi alla successione alla corona,stretta
tra i suoi sentimenti per l’amato Robert e gli obblighi verso la sua nazione,seguiamo il percorso che costringerà la futura Regina vergine
a scegliere di non prendere marito,votando la sua intera esistenza alla grandezza dell’Inghilterra.
Che inizia con una grave sconfitta,quella riportata contro le truppe francesi guidate da Maria Di Guisa.

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Elizabeth scampa anche a due gravi attentati,uno effettuato con un vestito intriso di veleno (a morire sarà una cameriera) e uno perpetuato da un monaco che nel film è assoldato da Papa Pio V (cosa storicamente falsa)
Grazie all’aiuto del fido Walsingham,Elizabeth si muove con coerenza e spietatezza;Maria Di Guisa viene assassinata proprio grazie a Walsingham mentre Maria Stuarda viene catturata e infine giustiziata.
In seguito la regina elimina tutti gli oppositori interni,decapitando in senso letterale buona parte della nobiltà ostile e esiliando Robert reo di
aver trattato con la Spagna il suo matrimonio.
Grazie ad Elizabeth,che si è rivelata anche una regina accorta e capace,l’Inghilterra si avvia ad una straordinaria età dell’oro che culminerà
nella vittoria nella guerra contro la Spagna e la sconfitta della Invncibile Armata (che vedremo nel secondo dei film dedicati alla regina vergine,Elizabeth The golden age)
Tutto pagato a caro prezzo,come la rinuncia agli affetti,ad una famiglia e a dei figli…
Elizabeth,film del 1998 diretto dal regista indiano Shekhar Kapur che dirigerà anche il seguito,Elizabeth: The Golden Age (2007) sembrerebbe una biopic ma in realtà non può nemmeno definirsi un film storico,per le troppe inesattezze ed errori che ne penalizzano la credibilità storica,anche se comunque resta un ottimo film in costume.
Le inesattezze vanificano in qualche modo il bel lavoro di ricostruzione ambientale e scenografico fatto dalla troupe;c’è da dire che però la sola interpretazione di Cate Blanchett vale il prezzo del biglietto.
L’espressione ieratica e pallida della regina vergine è resa dall’attrice australiana in maniera assolutamente impeccabile.
Tutta la gamma delle espressioni che un’attrice deve riservare ad un personaggio complesso e carismatico come Elisabetta I
sono affrontate dalla Blanchett con un realismo recitativo impressionante.

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Infatti nel 1999 ebbe la nomination per questo film all’Oscar,battuta soltanto da Gwyneth Paltrow nell’altro film di stampo britannico Shakespeare in Love curiosamente ambientato proprio durante il regno della grande regina inglese.
Oscar che però non le sfuggirà nel 2005 come Miglior attrice non protagonista per The Aviator e nel 2014 come Miglior attrice protagonista per Blue Jasmine.
Eccellente il cast che fa da contorno alle vicende di Elizabeth;molto bravi Geoffrey Rush che interpreta Francis Walsingham,Joseph Fiennes che è Lord Robert (protagonista principale proprio di Shakespeare in love e che non ebbe l’Oscar per nessuno dei due film,Fanny Ardant nel ruolo di Maria Di Guisa,Richard Attenborough nella parte di William Cecil e l’ex calciatore Eric Cantona in quello di Monsieur de Foix.
Nota stonatissima la parte di Vincent Cassell nel ruolo del Duca D’Anjou raffigurata come un debosciato dedito al travestitismo;era un uomo di ben altro calibro e tra l’altro le trattative per il matrimonio tra lei e la regina d’Inghilterra non superarono mai la fase iniziale delle trattative.
Splendida la fotografia di Remi Adefarasin mentre la regia di Shekhar Kapur è priva di sbavature di rilievo,le scene di massa sono ben girate
e il film ha nerbo e qualità,a patto di dimenticare le troppe inesattezze storiche.
Un film tutto sommato di ampio respiro e mai noioso.
Consigliato.

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Elizabeth

Un film di Shekhar Kapur. Con Cate Blanchett, Geoffrey Rush, Christopher Eccleston, Joseph Fiennes, Richard Attenborough, Fanny Ardant, Eric Cantona, Vincent Cassel, Kathy Burke, Edward Hardwicke, Emily Mortimer, John Gielgud, Liz Giles, Rod Culbertson, Paul Fox Biografico,durata 124 min. – Gran Bretagna 1998.

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Elizabeth banner protagonisti

Cate Blanchett: Elizabeth
Geoffrey Rush: Francis Walsingham
Joseph Fiennes: Lord Robert
Fanny Ardant: Marie De Guise
Richard Attenborough: William Cecil
Christopher Eccleston: Thomas Howard
Eric Cantona: Monsieur de Foix
Vincent Cassel: Duca d’Anjou
Kathy Burke: Regina Mary Tudor
Edward Hardwicke: Conte di Arundel
Emily Mortimer: Kat Ashley
John Gielgud: Papa Pio V
Daniel Craig: John Ballard

1 Cate Blanchett ... Elizabeth I

Cate Blanchett è Elizabeth I

1 Christopher Eccleston ... Duke of Norfolk

Christopher Eccleston è il Duca di Norfolk.

1 Fanny Ardant ... Mary of Guise

Fanny Ardant è Maria Di Guisa

1 Geoffrey Rush ...  Sir Francis Walsingham

Geoffrey Rush è Francis Walsingham

1 Joseph Fiennes ... Robert Dudley, Earl of Leicester

Joseph Fiennes è Lord Robert

1 Kathy Burke ... Queen Mary Tudor

Kathy Burke è la Regina Mary Tudor

1 Richard Attenborough ...  Sir William Cecil, Lord Burghley

Richard Attenborough è William Cecil

1 Vincent Cassel ... Duc d'Anjou

Vincent Cassel è il Duca D’Anjou

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Roberta Pellini: Elizabeth I
Mariano Rigillo: Sir Francis Walsingham
Paolo Maria Scalondro: Duca di Norfolk
Vittorio Guerrieri: Robert Dudley
Gianni Musy: Sir William Cecil
Anne Marie Sanchez: Marie De Guise
Jacques Peyrac: Duca d’Anjou
Lorenza Biella: Regina Mary Tudor
Barbara Berengo: Kat Ashley

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Regia Shekhar Kapur
Soggetto Michael Hirst
Sceneggiatura Michael Hirst
Produttore Tim Bevan, Eric Fellner, Alison Owen, Mary Richards
Fotografia Remi Adefarasin
Montaggio Jill Bilcock
Musiche David Hirschfelder
Scenografia John Myhre, Lucy Richardson e Peter Howit

Elizabeth banner citazioni

“lo credo che il coraggio di un uomo si misuri dal modo in cui egli muore. Sono contento di morire per quello in cui credo, quindi tagliami la testa e fa’ di me un martire.”
“C’è così poca bellezza in questo mondo e così tanta sofferenza. Tu credi che Dio avesse questo in mente? Sempre che esista veramente un dio al di là di noi e dei nostri pensieri.”
“Noi mortali abbiamo molte debolezze, proviamo troppe emozioni. Facciamo troppo male. Troppo presto moriamo, ma abbiamo l’opportunità di AMARE.”
“Non mi avrete mai come moglie ne voi ne il duca di Spagna”
“Non voglio aprire finestre nelle anime degli uomini!”
“Io sono figlia di mio padre”

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L’opinione di Raffaella dal sito http://www.mymovies.com

“So di avere il corpo di una debole e fragile donna, ma ho il cuore e il fegato di un re, e per giunta di un re d’Inghilterra”. Tali parole, proferite dalla regina Elisabetta I,
racchiudono l’essenza del suo agire, del suo operato, del suo pensiero, delineando la figura della più grande monarca che l’Inghilterra abbia mai avuto. Non a caso, il periodo elisabettiano,
nel quale si configura la nascita della nuova potenza mondiale, è una delle pagine più suggestive e affascinanti della storia inglese, celebrate dall’arte, dalla letteratura e, negli ultimi anni,
anche dal cinema. Il più recente adattamento cinematografico risale al 1998 con il film “Elizabeth” in cui a vestire i panni della superba regina è la bravissima Cate Blanchett che ci offre un’interpretazione indimenticabile.
Il percorso storico delineato ha inizio nel 1554, durante il regno di Maria Tudor, che governa un Paese dilaniato dall’instabilità religiosa e finanziaria e minacciato da Francia e Spagna. La cattolica sovrana promuove una furiosa persecuzione
di cui sono oggetto i protestanti e si accanisce contro la sorellastra, la principessa Elisabetta, con l’accusa di tradimento. Dopo la morte di Maria, Elisabetta sale al trono d’Inghilterra all’età di 25 anni e assicura al suo amante, Robert Dudley,
la cessazione dell’esilio. Elisabetta si mostra sin da subito una sovrana spregiudicata: favorisce i protestanti inimicandosi la Chiesa cattolica; rifiuta qualsiasi matrimonio d’interesse al fine di garantire l’autonomia dell’Inghilterra;
è oggetto di numerose cospirazioni che, grazie al suo fidato Walsingham, vengono alla luce: quindi i nemici vengono ineluttabilmente eliminati. Ora Elisabetta, la Regina Vergine, è la padrona assoluta del trono inglese e si dedica esclusivamente al potenziamento del suo Paese.
La ricostruzione storica è molto fedele e risulta sapientemente caratterizzata dalle magnifiche scenografie, dai sontuosi costumi, dal commento musicale che raggiunge l’apice della suggestione nella scena dell’investitura di Elisabetta. Il film, che ha ottenuto 7 nominations all’Oscar,
splende anche per le brillanti performance del cast, soprattutto della protagonista. Infatti, a rendere più coinvolgente la vicenda contribuisce la lettura moderna della figura di Elisabetta, che ci appare una donna molto vicina al nostro tempo, un’eroina determinata,
dotata di una grande forza d’animo e intraprendenza, capace di far cadere qualsiasi pregiudizio e dimostrando che, nella sua vulnerabilità di donna, si nasconde invece una dignità ineguagliabile.

L’opinione di Lord Holy dal sito http://www.filmtv.it

Definirlo una biografia sarebbe pretestuoso. L’elenco delle imprecisioni, degli errori e del mancato attenersi ai fatti documentati sarebbe interminabile. Piuttosto può essere considerato un dramma a carattere storico, che utilizza nomi ed eventi realmente accaduti riadattandoli per i propri scopi,
in una trama romanzata che si focalizza sulla commistione fra sentimento, religione e politica. Pur con qualche innegabile eccesso e cliché.

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Opinioni tratte dal sito http://www.davinotti.com

Galbo

Nel 1533 Elizabeth Tudor, figlia di Enrico VIII, diventa regina di Inghilterra; il film è la storia dei primi 10 anni del suo regno. Il regista di origine indiana Kapur è abile nel ricreare il cupo clima di incertezza e di contrasti religiosi (tra cattolici e protestanti) di quel periodo storico.
La scenografia e i costumi sono efficaci, ma il vero punto di forza del film è il cast che si avvale della presenza di grandi attori dalla Blanchett, a Rush a Attenborough,Craig e Fiennes oltre a Gielguld nel ruolo del pontefice.
Rebis

L’occasione era quella di assistere alla storia dei colonizzatori nella prospettiva dei colonizzati: ma l’indiano Kapur non sembra interessato a riletture critiche quanto a mettere in capo un esercizio di estetizzazione che attinge a una oculata perizia tecnica e che ha i suoi apici nelle scene di danza:
l’esito complessivo è rigoglioso, magniloquente, a tratti gratuito. La sceneggiatura di Hirst mira all’enfasi shakespeariana. Nell’interpretazione della Blanchett s’infrange l’algore sanzionato dalla tradizione in nome di una passione che contrasta il rigore preteso dall’incertezza del potere.
Vstringer

Ricostruzione storica, con il minimo sindacale di tocchi romanzeschi, dell’avvio dell’era elisabettiana nell’Inghilterra ancora lacerata dalle lotte religiose. L’apparato scenico è sontuoso; il cast è folto, competente e ben assortito
(bene i soliti noti, menzione per l’insolito Eric Cantona nel ruolo di ambasciatore). La diafana Cate Blanchett, al suo debutto ad alto livello, mostra di essere perfettamente in parte. Peccato che la sensazione di deja vu che il film emana gli precluda lo status di “grande”.
Gugly

Sontuoso affresco dell’Inghilterra e tentativo di indagine della misteriosa regina vergine: da giovane anche lei voleva vivere e amare, ma la ragion di stato… Luci ed ombre, amore, complotti realmente accaduti che segneranno il destino della figlia di Anna Bolena e la porteranno
a sposare il regno anziché un dissoluto principe francese (lo spiritoso Vincent Cassel); la Blanchett è già eterea di suo per l’incarnato, ma dona l’acciaio alla sua regina come si conviene. In parte i volpini consiglieri.
Nando

La salita al trono d’Inghilterra della protestante figlia di Enrico VIII e Anna Bolena con il mostrarsi di tutte le contraddizioni del periodo in cui lotte intestine di religione infiammano i cuori. Un discreto affresco del periodo, anche se storicamente non impeccabile,
che può contare su opulente scenografie ed un cast di alto livello.
Belfagor

Sontuoso, raffinato affresco di una vita e di un regno, fra luci ed ombre. La regia di Kapur è efficace nel delineare la natura conflittuale dell’ascesa di Elisabetta I. Non ci sono molte sviolinate romantiche, ma l’impostazione lirica di certe scene crea dei momenti sinceramente toccanti.
Costumi eccellenti. Il cast, ricco di nomi celebri, offre delle ottime interpretazioni. Punto centrale del film è una splendida Cate Blanchett dal nobile pallore che si identifica pienamente con il personaggio della regina.
Greymouser

La Blanchett è una perfetta Elisabetta I, e il buon risultato ottenuto in questo film storico-biografico è dovuto soprattutto alla sua performance carismatica, oltre che all’ottimo cast in generale. Ciò ci porta a perdonare o chiudere un occhio rispetto ai numerosi svarioni storiografici e filologici,
oltre che verso un’eccessiva affabulazione che rende poco credibili certi passaggi e certe situazioni. Ma ben vengano lavori di questo genere, che attingono alla materia appassionante della storia che spesso si rivela grande soggettista.
Ale nkf

Davvero ottima la Blanchett nell’interpretare la regina Elizabeth: riesce a far emergere tutto quello che c’è di positivo nel vivere a corte, ma anche tutto quello che ne segue tra complotti e inganni come per esempio il tentato omicidio ai suoi danni. La regia di Kapur è solida e molto buono anche il resto del cast
(Geoffrey Rush e Richard Attenborough tra i tanti).
Ducaspezzi

Magnifico nella resa scenografica e costumistica, soddisfacente in quella registica e sorretto da uno svolgimento che – sulla scia della superba interpretazione della “regina bastarda” da parte di una Blanchett che sa essere magnetica e iconica e di tutto un cast che ben gli rifulge attorno,
finanche nel ruolo minore del calciatore-attore Eric Cantona – scorre via robusto e senza tentennamenti per tutta la sua lunga durata. La storia e le relazioni private dentro o attorno ad essa, con queste ultime che incidono ma senza che ne venga disturbo.
Tuxtucis

Sebbene il film non sia privo di pregi (in primo luogo i costumi e la recitazione), per gran parte della sua durata ancora più evidenti ne sono i limiti; in primo luogo la sceneggiatura, che privilegia in modo piuttosto superficiale l’aspetto sentimentale rispetto all’aspetto pubblico-politico.
Penosa la resa della corte francese e fastidiose le frequenti scene di danza. Il film tuttavia acquista vigore sul finale con un credibile crescendo drammatico.
Yoghi

Un bell’affresco del’inghilterra del 500, con Kate Blanchet che interpreta molto bene il ruolo di Elisabetta. Il cast è notevole la regia ben fatta. I costumi sono molto ricercati e sono ben evidenziate le lotte tra cattolici e protestanti dopo lo scisma voluto dal re Enrico VIII, padre di Elisabetta I, per poter sposare Anna Bolena,
madre di Elisabetta I (e avere l’erede maschio che la moglie Caterina D’Aragona non gli dava). In complesso un film piacevole che si vede molto piacevolmente.

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novembre 16, 2015 - Posted by | Biografie | , , , , , , ,

2 commenti »

  1. Il film che ha consacrato la Blanchett come una delle migliori attrici dell’epoca moderna.

    Storico eccezionale e con pochissime licenze “poetiche”

    Commento di loscalzo1979 | dicembre 1, 2015 | Rispondi


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