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Perdutamente tuo… mi firmo Macaluso Carmelo fu Giuseppe


Perdutamente vostro mi firmo Macaluso Carmelo locandina 1

 

Carmelo Macaluso ha trentacinque anni, quindici dei quali passati in Germania.
E’ un ex emigrante, figlio di un mezzadro siciliano che si suicidò per aver contratto un debito con l’affittuario delle terre su cui lavorava, debito non più restituito.
Dopo tanti anni è arrivata l’ora della rivincita, per Carmelo.
Ha lavorato duramente, ma ha risparmiato cento milioni e ora viaggia in Mercedes e al rientro nel paesino da quale è emigrato anni addietro ha la soddisfazione di vedere gli sguardi di invidia dei compaesani.
Il primo gesto plateale è l’apertura di un libretto di risparmio, contenente i cento milioni faticosamente guadagnati, seguito dalla restituzione del mezzo milione del debito contratto da suo padre, che il siciliano, sprezzante, raddoppia.

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Stefano Satta Flores

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Macha Meril

Sempre inseguendo il sogno di una rivincita, Carmelo accetta la corte interessata della baronessa Lamia, moglie del barone proprietario delle terre su cui lavorava suo padre.
La donna è anche disposta ad un matrimonio di interesse, ma per sua fortuna Carmelo è avvisato delle vere intenzioni della baronessa da Don Calogero, che a sua volta vuol far sposare il giovane con la figlia.
Carmelo inizia a capire che la realtà del suo paese non è quella che aveva lasciato tanti anni prima, che l’avidità, la grettezza e l’interesse sono molle potentissime, che fanno del suo denaro non certo un mezzo di rivalsa, ma un concreto rischio di essere avvicinato solo per motivi di interesse.

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Finirà in malo modo,con Carmelo che, dopo varie peripezie, perderà tutti i soldi.
In un drammatico e amaro dialogo impossibile con suo padre morto, Carmelo racconterà il modo in cui ha guadagnato i suoi soldi e riprenderà il treno verso la Germania, povero in canna come era partito.
Commedia amara e con una garbata vena di satira sociale, Perdutamente Tuo,mi Firmo Macaluso Carmelo fu Giuseppe è un film piacevole ed interessante che narra una storia di emigrazione molto simile a quella narrata in Pane e cioccolata di Brusati, in cui però la storia è capovolta.
Carmelo ha fatto soldi con il duro lavoro.
Ha lavorato in una birreria, per poi prendere servizio in un garage e in ultimo ha affittato dieci materassi a compatrioti che come lui hanno cercato fortuna in una terra indifferente e se vogliamo ostile.

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Il suo sogno di una rivincita sulla vita ma sopratutto sul paese e sul barone che ha costretto suo padre al suicidio si infrange malinconicamente davanti ad una serie di situazioni che Carmelo non è pronto ad affrontare.
Il paese che ha lasciato lo respinge, per invidia sopratutto ma anche perchè la mentalità meschina dei suoi abitanti è impossibile da scardinare.
Lo scopriamo attraverso i vari volti che si susseguono nel racconto, pieno di personaggi avidi, gretti; per Carmelo, più simile ad un agnello che al lupo calato per mostrare la sua forza a chi lo aveva costretto all’emigrazione, non c’è scampo.
Il finale amarissimo vede il siciliano dividere lo scompartimento di seconda classe con tre emigranti in Germania, ai quali racconta la storia di un emigrante partito tanti anni prima e tornato ricco “con cento milioni e una Mercedes 220 diesel che ha perso tutto per colpa di una ragazza minorenne“.

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E’ l’ultima umiliazione, perchè i tre scoppiano a ridere di fronte a tanta ingenuità: “cento milioni per una fimmina?” sarà il loro commento beffardo e spietato.
Vittorio Sindoni, regista del film, realizza un ritratto grottesco e amaro della Sicilia della provincia, in cui con toni garbati e mai sopra le righe racconta una storia di un perdente diventato vincente che vuole stravincere e finisce viceversa per ritornare perdente.
Il regista siciliano, diventato in seguito fertile regista di fiction televisive utilizza al meglio l’ottimo cast di cui dispone, piegandolo al servizio di una commedia di costume che ha come difetto qualche pausa e qualche sbavatura ma anche al suo attivo una storia crudele quanto basta interpretrata magnificamente dal compianto Stefano Satta Flores, uno che con i perdenti aveva grande dimestichezza (come dimenticare lo splendido ritratto di Nicola Palumbo in C’eravamo tanto amati).
L’attore napoletano, prematuramente scomparso nel 1985 a soli 48 anni è interprete di classe: lo dimostra giganteggiando in un film che sembra essere al suo servizio, in cui l’identificazione con il personaggio triste e sconfitto di Carmelo è quasi assoluta.

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Cinzia Monreale

Attorno a lui si muovono gli altri attori ingaggiati per il cast, nel quale ognuno fa la sua parte con diligenza:molto brava (ed affascinante) Macha Meril nel ruolo della baronessa Lamia, bravo anche Umberto Orsini in quello dell’avvocato amante della baronessa.
Bella e brava Cinzia Monreale, un’attrice che avrebbe meritato ben altro spazio nelle produzioni a cui ha partecipato, mentre ci sono camei preziosi per Luciano Salce e Marisa Laurito.
Perdutamente Tuo,mi Firmo Macaluso Carmelo fu Giuseppe è un film rimasto per tantissimi anni in un angolo, prima di essere riproposto dai canali Mediaset; oggi ci sono in rete copie di buon livello del film, che può anche essere visionato su You tube in versione completa.

Perdutamente tuo… mi firmo Macaluso Carmelo fu Giuseppe

Un film di Vittorio Sindoni. Con Leopoldo Trieste, Macha Méril, Stefano Satta Flores, Cinzia Monreale,Pino Ferrara, Luciano Salce, Giuliano Persico, Umberto Orsini, Renato Pinciroli, Vito Cipolla, Marisa Laurito, Deddi Savagnone Commedia, durata 100′ min. – Italia 1976.

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Perdutamente vostro mi firmo Macaluso Carmelo banner personaggi

Stefano Satta Flores: Carmelo Macaluso
Leopoldo Trieste: don Calogero Liotti
Macha Méril: Baronessa Valeria Lamia
Cinzia Monreale: Jessica
Umberto Orsini: avvocato Vito Orsini
Luciano Salce: Barone Alfonso Lamia
Marisa Laurito: Tindara Liotti
Roberto Della Casa: Impiegato di banca
Pino Ferrara: L’avvocato difensore
Renato Pinciroli: don Saverio
Deddi Savagnone: La moglie di don Calogero

Perdutamente vostro mi firmo Macaluso Carmelo banner cast

Regia Vittorio Sindoni
Soggetto Ghigo De Chiara, Vittorio Sindoni
Sceneggiatura Ghigo De Chiara, Vittorio Sindoni
Produttore Luciano Giotti
Fotografia Safai Teherani
Montaggio Mariano Faggiani
Musiche Enrico Simonetti
Scenografia Vittorio Sindoni

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 Perdutamente vostro mi firmo Macaluso Carmelo location Stignano

Il paese di Stignano

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Gerace

Perdutamente vostro mi firmo Macaluso Carmelo location Caulonia

Caulonia

Perdutamente vostro mi firmo Macaluso Carmelo location Villa Caristo a Stignano

Villa Caristo a Stignano

gennaio 23, 2013 - Posted by | Commedia | , , ,

4 commenti »

  1. Davvero un bel film,ben diretto,interpretato ancor meglio,insomma una bella commedia amara e che fa il filo a “Pane e cioccolata” uscito qualche tempo prima.Tra momenti divertenti e commoventi,questo film mi ha davvero emozionato,nonchè piaciuto tantissimo.Ottimo,davvero magistrale il povero Stefano Satta Flores,ma anche Umberto Orsini,Leopoldo Trieste e Luciano Salce(per quel poco che esce)non gli sono affatto da meno.Bravissima ed altrettanto bella la Meril ed anche la Monreale nel ruolo della lolita di turno è assai funzionale,oltre ad essere uno schianto fisicamente.Bello davvero sto film,peccato che le tv non lo trasmettano granchè,perchè ne vale la pena vederlo e più volte.Onestamente non mi aspettavo che la Laurito si spogliasse,ma meglio allora che…dopo alla fine.Sindoni è un buon regista,peccato che non abbia avuto la fortuna che meritava…Ciao.

    Commento di Beppe | gennaio 24, 2013 | Rispondi

    • Si,siamo di fronte ad un lavoro omogeneo che per una volta fa riflettere.
      Le scene dei dialoghi al cimitero e quella finale dello scompartimento del treno che riporta lo sfortunato Carmelo in Germania sono girate benissimo.Per quanto riguarda Sindoni, è un regista capace che ha raccolto meno di quanto meritasse.C’è da dire però che è tra i pochissimi in attività, almeno per quanto riguarda la tv che è diventata da anni la sua priorità.
      Ciao 🙂

      Commento di paultemplar | gennaio 25, 2013 | Rispondi

  2. Cinzia Monreale era una controfigura, a interpretare Jessica era Maria Teresa Scrimali, vero ?

    Commento di aleimpe | novembre 14, 2013 | Rispondi

    • Nei credit non risulta,ma potrebbe anche essere così.Ciao

      Commento di paultemplar | novembre 15, 2013 | Rispondi


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