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La donna invisibile


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Laura ed Andrea sono una coppia profondamente in crisi; l’uomo, un docente universitario poco amato dai suoi studenti sembra ormai considerare la moglie un oggetto d’arredamento, privo di vita o di anima tanto da vederla come un fantasma. Lei invece è ancora innamorata del marito ma non sa come fare a farlo tornare a se.
A complicare la relazione tra i due c’è la presenza,in casa, della ambigua Delfina, che a differenza di Andrea cerca un dialogo con Laura anche se per motivi poco chiari.
Delfina infatti è ambigua anche dal punto di vista sessuale, tanto da trattare Laura come un oggetto dei propri desideri.Andrea guarda alla cosa con suprema indifferenza, tanto ormai è lontano dalla moglie.
Finirà in tragedia, una tragedia dai contorni surreali…

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Giovanna Ralli

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Carla Gravina

Tratto da un racconto breve di Alberto Moravia, adattato per lo schermo da Dacia Maraini e dal regista Paolo Spinola con la collaborazione dello sceneggiatore Ottavio Jemma, La donna invisibile è un film dai contorni sfumati e inafferrabili, in bilico tra la metafisica, il racconto fantastico, il dramma e la farsa.
Un film labirintico, dai ritmi blandi, teso a mostrare le chiavi di lettura che lo spettatore può ricavare dalla visione di un film che offre varie possibilità di interpretazione allo spettatore; un film che parla al tempo stesso di crisi della coppia e di valori borghesi, di moralismo bigotto in materia sessuale ma anche di liberazione dallo stretto e rigido ambito matrimoniale.
Non sono queste le uniche chiavi di lettura del film, ma fondamentalmente si può partire da qui per interpretare, ed è davvero il verbo giusto, un film molto complesso e sfuggente ad un’analisi univoca.Tra l’altro, nella versione che circola ormai solo in ambito televisivo mancano abbondantemente 7 minuti di girato.

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Il motivo è da ricercarsi nella censura che scattò ad appena 24 ore dalla proiezione della pellicola nel 1969,nel mese di agosto.
Cosa sia stato tagliato dal film è cosa difficile da dirsi, probabilmente scene di nudo o un amplesso tra Andrea e la sua amante Delfina; poichè la casa distributrice non le ha più integrate nella pellicola, occorrerà aspettare una versione digitale del film per sperare in una visione completa dello stesso.
Tornando al film, Spinola indugia moltissimo sul torbido rapporto che viene a stabilirsi tra Andrea e Delfina e tra la stessa Delfina e la sventurata Laura, vera ed autentica vittima in tutti i sensi della fine del suo rapporto amoroso con il marito e poi vittima in senso fisico nel drammatico finale.
Siamo nel 1969, in piena epoca di contestazione e di profonda trasformazione della società; il tema matrimonio, così come il tema famiglia e il tema sessualità sono alcuni dei modelli di riferimento più soggetti ad attacchi e a contestazioni da parte di buona parte della società che conta.

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E, ovviamente, anche da parte dell’ intellighenzia borghese e culturale, le prime ad agitare la fronda contro fondamenti della società considerati ormai vetusti o antiquati.
Quest’aria si respira, a tratti, nel film, anche se come dicevo agli inizi è difficile trovare il bandolo della matassa di un film che appare diverso ad ogni visione, che alterna momenti francamente noiosissimi ad altri di gran fascino.
Colpa anche di una sceneggiatura che ha allungato la storia di Moravia trasformandola in qualcosa di differente dal racconto originale.
Moravia aveva scritto un racconto in cui il tema centrale era la crisi di una coppia originata dal “disinnamoramento” di Andrea verso Laura, che si traduce in una vera e propria esclusione fisica della donna dalla vita dell’uomo, che un giorno si scopre a fissare una macchia sul muro senza rendersi conto della presenza di Laura davanti a lui.

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Nel film viene mantenuto coerentemente il racconto della coppia in crisi e il finale tragico, con una riscrittura profonda di tutto il resto.
La storia quindi viene raccontata attraverso i vani tentativi da parte di Laura di rendere la sua presenza “fisica” agli occhi del marito; la donna arriverà a raccontare un suo occasionale tradimento al marito senza però suscitare alcuna emozione apparente in Andrea.
L’amore non è eterno e quando la passione finisce o si trova qualcosa per riaccenderla o si cambia aria; anche questo può essere un tema di riflessione che il film offre, mentre la musica del solito impareggiabile Morricone sottolinea alcuni passaggi cruciali dello stesso.
A creare il giusto clima, sospeso tra cose dette e sopratutto non dette ci sono due grandi attrici del cinema del passato, Giovanna Ralli e Carla Gravina.

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Giovanna Ralli interpreta il dolente e perdente personaggio di Laura, la donna invisibile, la donna innamorata che non si rassegna alla fine del suo matrimonio, a quell’amore verso un marito che ormai non la distingue dalla tappezzeria o dai mobili di casa.Carla Gravina invece è l’ambigua Delfina, creatura eterea ma al tempo stesso torbida, come quella sua sensualità inesplicata, in bilico tra lesbismo e eterosessualità, un personaggio probabilmente non espresso in maniera compiuta a favore della vera protagonista che in fondo è la sventurata Laura.
Due donne molto diverse, quelle che appaiono nel film; due donne separate da un uomo che non ama più la moglie e che invece è irresistibilmente attratto dal terzo lato del triangolo,Delfina.
Peccato per le scene tagliate, perchè probabilmente avremmo capito di più del vero legame tra il maturo professore universitario e la donna misteriosa, sessualmente promiscua.

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Andrea è interpretato da Silvano Tranquilli, un attore spesso utilizzato in ruoli intellettualmente impegnati; questa volta il suo personaggio non è caratterizzato in maniera profonda, tanto che l’attore appare inamidato in una parte sfuggente, dai contorni poco chiari.
La donna invisibile è un film estremamente raro, passato molto tempo fa in tv nella famosa versione purgata; a meno di miracoli sarà impossibile vedere la versione originale del film, a meno che la casa che detiene i diritti non possegga il master originale nella versione completa. Anche i rete il film è pressochè introvabile.

La donna invisibile
Un film di Paolo Spinola. Con Silvano Tranquilli, Carla Gravina, Giovanna Ralli, Gino Cassani, Anita Sanders, Elena Persiani, Gigi Rizzi, Raul Martinez Drammatico, durata 92′ min. – Italia 1969.

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La donna invisibile Banner personaggi

Giovanna Ralli: Laura
Silvano Tranquilli: Andrea
Carla Gravina: Delfina
Gigi Rizzi: Carlo
Elena Persiani: Tania
Gino Cassani: marito di Tania
Anita Sanders: Anita
Raul Ramirez: Osvaldo
Regia Paolo Spinola

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Soggetto Paolo Spinola, Dacia Maraini
Sceneggiatura Paolo Spinola, Dacia Maraini, Ottavio Jemma
Produttore Silvio Clementelli per Clesi Cinematografica
Distribuzione (Italia) Euro International Film (1969)
Fotografia Silvano Ippoliti
Montaggio Sergio Montanari
Musiche Ennio Morricone

La donna invisibile Banner recensioni

L’opinione dell’utente emmepi8 tratta dal sito http://www.filmtv.it
“Spinola al terzo film, e dopo diversi anni ne ha fatto un altro, e poi ha cessato l’attività. Forse è stato un peccato, infondo era una mente abbastanza insolita per il nostro panorama cinematografico, forse un po’ troppo intellettualizzata, ma sempre diversa. Qui ha scelto un racconto di Moravia, cosceneggiato con Dacia Maraini e Ottavio Jemma, quest’ultimo in particolare tagliato più per commedie, anche grassocce, e non per operazioni come queste. Il film ha un suo valore, anche se la simbologia fantastica non si sposa bene con la realtà della storia e questo mixer stride in maniera particolare. Il tema è figlio un po’ dei tempi: siamo nel 1969 la contestazione sta di casa e la libertà sessuale, con la dovuta decadenza dei costumi borghesi, è di moda, ma tutto dipende dal tocco, e Spinola non è stato molto fortunato con i collaboratori. Ottima la fotografia di Silvano Ippoliti, ricercatissimi gli abiti delle nostre protagoniste. Il cast troneggia con Giovanna Ralli (inusuale interprete!!) e Carla Gravina, il resto è cast di serie B e si vede.

L’opinione dell’utente ilgobbo tratta dal sito http://www.davinotti.com
“Niente male questa variazione sul tema del döppelganger dal racconto moraviano. Un film che traccheggia fra due tipi d’atmosfera, privilegiando, forse involontariamente o per forma mentis del regista il cotè del dramma erotico-borghese, classico del cinema e della letteratura dell’epoca. Protagoniste notevoli, la Ralli è bella ma la Gravina (truccata come la Maraini che sceneggia) è davvero intrigante. Attonito il giusto Tranquilli, inconfondibile colonna sonora di Morricone. E a proposito di icone d’epoca, c’è anche Gigi Rizzi!”

L’opinione dell’utente Lucius tratta dal sito http://www.davinotti.com
Una fotocopia dignitosa ma pur sempre fotocopia dello stile antonioniano che si fa apprezzare principalmente per la Gravina e la Ralli, qui in due interpretazioni particolarmente indovinate. Un Moravia trasformato dagli autori, ma ugualmente fascinoso per un film che presenta un incipit originale e un filo narrativo non del tutto lineare. La difficile convivenza di una coppia borghese con tanto di accenni di lesbismo e una soundtrack eccellente del maestro Morricone, che ha nettamente contribuito ad innalzare il livello della pellicola.

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aprile 8, 2013 - Posted by | Drammatico | , , ,

1 commento »

  1. Un film veramente affascinante, che cerco da anni in una versione completa, o perlomeno non targata “IRIS” ou “Rete4”. Purtroppo a mia conoscenza non è mai stato ristampato in DVD. Se qualcuno sa di una copia “fedele” alla pellicola in giro, mi faccia sapere ! Ho anche l’intento di scrivere i sottotitoli in francese (la mia lingua) per fare scoprire questo capolavoro ai miei compaesani. Di rilievo anche il suo primo film, “La fuga”, su Youtube per intero (ma ovviamente in scarsissima qualità).

    Commento di IOXY | febbraio 22, 2015 | Rispondi


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