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Dalila Di Lazzaro


Ha vissuto diverse vite, come racconta nei suoi libri, Dalila Di Lazzaro.
Vite senza mediazioni, spericolate o tranquille fino alla noia, vite con giornate di 25 ore e vite sul set di un film oppure davanti all’obiettivo di una macchina fotografica per guadagnarsi da vivere come modella o come testimonial.
Nel mezzo, un matrimonio contratto quand’era troppo giovane, una maternità anch’essa in età precoce conclusasi con la nascita dell’adorato Christian.
E molto altro naturalmente.
Nata a Udine il 29 gennaio 1953, fisico perfetto e aspetto nordico con quei capelli biondi e gli occhi che virano dall’azzurro intenso all’azzurro chiaro, Dalila esordisce nel cinema a 19 anni nel film di Maurizio Lucidi Si può fare… amigo, in cui i protagonisti principali sono Bud Spencer e Jack Palance. La sua è davvero una particina, ma nel cinema si sa gli inizi sono difficilmente sfolgoranti.
Lei comunque un suo piccolo posto nel mondo dello spettacolo se l’è creato, lavorando come modella aiutata in questo da una bellezza notevole e dal suo fisico praticamente perfetto.
Ha già alle spalle un’adolescenza quasi bruciata, visto che a soli 15 anni è rimasta incinta e, dopo un litigio con i genitori, un matrimonio contratto con un giovane quasi coetaneo che l’ha sposata e portata a vivere con se e con sua madre.
Una vita che ovviamente non può accontentare una giovane che sente di aver bisogno di esperienze più forti, di vivere una vita che non sia quella della casalinga.
Così si tuffa nel mondo del cinema e dopo l’esordio citato, arrivano particine in film come Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave di Sergio Martino, in cui interpreta la ragazza che fa lo strip su un tavolo e in seguito ancora una parte piccolissima in Lo scopone scientifico di Luigi Comencini accanto a star come Sordi, la Mangano, Cotten e la grande Bette Davis.

Uno dei suoi primi successi,  Il mostro è in tavola barone Frankenstein

Una donna dietro la porta

La prima occasione importante è la scrittura per il film Frankenstein ’80 di Mario Mancini, mentre nel 1973 lavora ancora con un microscopico ruolo in Canterbury No. 2 – nuove storie d’amore del ‘300 ; è il preludio al film Carne per Franksteinen (Flesh for Frankenstein), il bel horror con contaminazioni umoristiche diretto da Paul Morrissey e in parte da Antonio Margheriti.
Lei è la donna destinata a diventare la compagna del mostro creato da Frankenstein; la sequenza in cui la Di Lazzaro compare nuda e si muove come un automa con il corpo devastato dalle cicatrici eppur sempre bellissimo e armonico diventa un cult del cinema anni settanta.
Questo film le permette anche di trasferirsi a Londra per studiare la lingua, permettendole di iniziare così un periodo molto intenso della sua vita, a contatto con la realtà londinese e sopratutto permettendole di lavorare con più continuità come fotomodella.

Tre uomini da abbattere

Nel 1974 arriva la scrittura per il film di Sergio Corbucci Il bestione, accanto a Giancarlo Giannini e Michel Constantin nel quale intepreta la parte di una donna straniera, Magda mentre l’anno successivo ha un ruolo di contorno in La pupa del gangster di Giorgio Capitani accanto al leggendario duo Mastroianni-Loren.
In questo periodo l’attrice friulana sembra faticare ad imporsi, anche per colpa della miopia del cinema italiano che sembra privilegiare la commedia sexy e di conseguenza la presenza nei cast di attrici prosperose e disinibite.
Ma il carattere è decisamente la dote più evidente della Di Lazzaro e per lei inizia dal punto di vista professionale un periodo fecondo.

Tre tigri contro tre tigri

Nel 1976, quando le prime avvisaglie della grande crisi del cinema hanno iniziato a mostrarsi lei lavora in L’Italia s’è rotta, una gradevole commedia satirica di Steno nella quale interpreta una prostituta che viaggia con due siciliani che lavorano a Torino, Peppe e Antonio, che hanno lasciato la città piemontese subito dopo aver avuto alcune traversie con dei malviventi locali spacciatori di droga.
Con loro farà un viaggio attraverso un’Italia che sembra un paese del terzo mondo, con le sue contraddizioni e i suoi difetti; celebre la sequenza in cui la bellissima attrice fa il bagno completamente nuda con i due compagni d’avventura, interpretati da Teo Teocoli e Enrico Montesano.
Il film ottiene un discreto successo, anche di critica così nello stesso anno dalila interpreta Oh Serafina accanto a Renato Pozzetto per la regia di Alberto Lattuada.

Quando la coppia scoppia

Si tratta di un film proto ecologista che narra le vicende di una coppia davvero alternativa.
Lui, Augusto Valle, un giovane con valori antichi innamorato della natura viene rinchiuso in un manicomio dalla moglie e qui incontrerà Serafina, una ragazza figlia di un commerciante d’armi che si ribella alla sua famiglia e che per questo viene rinchiusa nello stesso manicomio in cui c’è Augusto. Tra i due nascerà una storia d’amore.
Il film di Lattuada,pur non riuscito totalmente, ha il merito di evidenziare anche il talento recitativo drammatico della Di Lazzaro che nel 1977 lavora nella commedia Il gatto accanto a Tognazzi e la Melato.

Dalila Di Lazzaro in Phenomena

Il film di Comencini conferma le qualità di Dalila che nello stesso anno compare nel film a episodi di Sergio Corbucci e Steno Tre tigri contro tre tigri nel ruolo di una contessa e in La ragazza dal pigiama giallo di Mogherini.
Dalila pur affascinante come sempre, risulta alla fine la meno convincente del gruppo, con una recitazione che spesso eccede la drammaticità del suo ruolo, che andava interpretato con più malizia e mistero.
Poi, per tre anni, Dalila Di Lazzaro resta lontana dal cinema.

Con Pozzetto in Oh Serafina

L’Italia s’è rotta

La fine degli anni settanta è caratterizzata dalla grande crisi del cinema con conseguente calo di spettatori e ovviamente le parti che vengono distribuite in campo cinematografico si restringono.
La commedia all’italiana è ormai morta e seppellita, come amaramente ricorda Comencini, ultimo grande autore di quello che può essere definito il canto del cigno del genere, Amici miei.
Il cinema italiano naviga a vista, fra commedie sexy spesso di bassa lega, poche produzioni di grande livello: l’unico genere che sembra tirare come una locomotiva è l’hard, che però conta su una ristretta cerchia di appassionati e sopratutto è ovviamente sdegnato dalle attrici vere.
Il film successivo che la Di Lazzaro gira è Stark system di Armenia Balducci su soggetto di Gian Maria Volontè e interpretato dallo stesso attore; si tratta di un film satirico rimasto praticamente sconosciuto ai più e massacrato dalla critica.

La ragazza dal pigiama giallo

In una delle sue interviste Dalila ricorda come nel mondo del cinema fosse vista più come un sexy simbol che come un’attrice di talento; parla di scelte probabilmente sbagliate ma in realtà il mondo del cinema spesso è miope in maniera patologica.
Sono tante le attrici che hanno dovuto fermare la propria carriera per ostacoli di ogni genere opposti alle proprie ambizioni e perchè no, alle proprie capacità.
Nel mondo dello spettacolo ci vogliono le doti, indubbiamente, ma occorre anche un carattere malleabile, la capacità di accettare compromessi. Lei probabilmente, per carattere, è sempre stata poco incline ad accettarne e questa può essere una chiave di lettura della sua carriera cinematografica.

Killers contro killers

Eppure per lei il 1980, inizio del decennio forse più tormentato del cinema italiano, si apre molto bene con tre film di ottimo livello; il primo, Il bandito dagli occhi azzurri la vede protagonista nel ruolo di Stella al fianco di un buon Franco Nero, mentre con il successivo Voltati Eugenio di Luigi Comencini dimostra di avere talento drammatico. Il film è un buon successo di critica anche se non chiama folle al botteghino; la storia drammatica del bimbo scaricato dai genitori e dai parenti, troppo egoisti per capire il dramma di un bambino di dieci anni è una delle perle di Comencini così come è da ricordare il ruolo di Fernanda interpretato dall’attrice friulana.Anche Tre uomini da abbattere di Deray è un discreto film, che la Di Lazzaro gira al fianco di Alain Delon, mentre i successivi Prima che sia troppo presto di De Caro e La donna giusta (1982) di Williams sono film a visibilità limitata.

Un Ugo Tognazzi sornione spia la Di Lazzaro in Il gatto

La crisi del cinema è nel frattempo esplosa e nel proseguimento degli anni 80 le parti interpretate dall’attrice pur essendo caratterizzate dalla sua professionalità sono svolte in film non particolarmente interessanti, fatta eccezione per Un dramma borghese di Florestano Vancini, una storia di incesto in un film in pratica assolutamente dimenticato, del quale oggi non esiste nemmeno una versione digitalizzata.
In questi anni le partecipazioni sono in film della nuova commedia all’italiana, rappresentata per esempio da Quando la coppia scoppia, in cui si cimenta in un ruolo comico o da Tutti dentro di Sordi, commediola che dimostra ancora una volta come il grande attore romano fosse a disagio dietro la macchina da presa.
Degli altri film si può anche solo accennare ai titoli, visto che non sono certo memorabili, come Una di troppo e Una donna dietro la porta di Tosini (quest’ultimo un gialletto erotico davvero di poco conto). Da segnalare invece l’ottima caratterizzazione della direttrice in Phenomena di Dario Argento, datato 1985.

Il bestione

Il finire del decennio la vedono protagonista suo malgrado di due scellerate produzioni: la prima, Kinski Paganini, rappresenta davvero un passo falso perchè si tratta di uno dei film più brutti e peggio realizzati della storia del cinema. Chiunque abbia visto il film ricorderà con orrore i lunghissimi minuti iniziali nei quali l’assolo di violino si mescola alla macchina da presa che sembra diretta da un ubriaco.
Non va meglio con Spogliando Valeria di Gaburro, squallido erotico in cui viene da chiedersi cosa possa aver spinto la bellissima attrice ad accettare una parte così umiliante per mancanza di contenuti e di valore.
Gli anni successivi possono essere descritti come l’agguato del destino sempre pronto a presentare un conto alla bellezza, alla bravura e alla fama.
Nel 1991 scompare tragicamente suo figlio Cristiano; ha appena 22 anni ed era una delle ragioni di vita dell’artista.
Tra i due esisteva un rapporto speciale, come raccontato dalla Di Lazzaro nel suo best sellers Il mio cielo, che rappresenta un doloroso racconto di vita di una donna che ha vissuto gli estremi della felicità e dell’infelicità, del dolore assoluto e delle gioie legate alla sua professione.

Frankenstein 80

Da quel momento sceglie volontariamente di ritirarsi dalle scene, interrompendo il silenzio in cui si è rinchiusa solo per girare delle miniserie televisive come La scalata,Tre passi nel delitto: Delitti imperfetti,La signora della città,Kidnapping – la sfida e l’ultima sua apparizione cinematografica in Una donna in fuga di Roberto Rocco.
Ma il destino decide che non è ancora il momento di darle una tregua; così il 2 novembre del 1997 ha un banale incidente con il motorino, che però si trasforma in un incubo.
Immobilizzata in un letto per la rottura di una vertebra del collo, l’attrice passa attraverso l’inferno del dolore fisico senza tregua, quello cioè che è in grado di annientare una persona e distruggerla psicologicamente.

La selvaggia bellezza di Dalila Di Lazzaro in un servizio fotografico per Playboy

Ancora una volta, con una forza di volontà immensa, riesce ad uscirne quasi del tutto e sceglie di raccontare la sua vita senza reticenze e senza falsi pudori in un libro intitolato Il mio cielo; il ritratto che vien fuori è quello di una donna che pur provata da dolori terribili, morali e fisici, trova comunque un raggio verde da seguire.
E’ l’inizio di una rinascita anche personale, perchè l’accoglienza del pubblico dimostra che non è stata dimenticata.
A questa sua prima esperienza letteraria seguiranno L’angelo della mia vita (2006), Toccami il cuore (2009)
e Il mio tesoro nascosto,(2011), tutti editi da Piemme.
Nel frattempo è stata tra le testimonial di una campagna per l’adozione di figli da parte di single, forse l’unica battaglia ce non ha ancora vinto, anche se certamente non per colpa sua.
In un paese a fortissima vocazione ( e purtroppo controllo) religioso, la sua battaglia civile appare un pò da Don Chisciotte.
Ma Dalila Di Lazzaro in fondo ha affrontato la vita da Don Chisciotte, scontrandosi con tutto, dalla famiglia alle convenzioni sociali, superando traumi come la violenza personale, la morte tragica del figlio, il dolore fisico.
Ed è quà, bella ed affascinante come quand’era una ragazza dagli occhi color del mare, un tantino enigmatica o forse solo rinchiusa in un atteggiamento di autodifesa.
Quello stesso che la faceva sembrare altezzosa, mentre in realtà era sintomo di ben altro.

Un dramma borghese

Spogliando Valeria

Rose rosse per una squillo

Una donna in fuga

Kidnapping (Tv)

Dov’era lei a quell’ora

Dalila Di Lazzaro Prima che sia troppo presto

Prima che sia troppo presto

Dalila Di Lazzaro Kinski Paganini

Kinskj Paganini

Dalila Di Lazzaro Canterbury n. 2 nuove storie d’amore del ‘300

Canterbury n.2

Dalila Di Lazzaro 80 voglia di te

80 voglia di te

1998 Maître Da Costa (TV serie)
1998 Mashamal – ritorno al deserto
1998 Kidnapping – la sfida (TV movie)
1996 La signora della città (TV movie)
1996 Una donna in fuga
1993 Tre passi nel delitto: Delitti imperfetti (TV movie)
1993 La scalata (TV mini-serie)
1991 Power Force
1991 Strepitosamente… flop
1991 L’ulivo e l’alloro
1990 Diceria dell’untore
1990 Alcune signore per bene
1989 Disperatamente Giulia (TV mini-serie)
1989 Spogliando Valeria
1989 Kinski Paganini
1988 Racconti di donne
1987 Sicilian Connection
1985 Phenomena
1985 Killer contro killers
1985 Oniricon (corto)
1984 Tutti dentro
1984 Aeroporto internazionale (TV serie)
1983 Un dramma borghese
1982 Quando la coppia scoppia
1982 Una di troppo
1982 Una donna dietro la porta
1982 La donna giusta
1981 Prima che sia troppo presto
1980 Tre uomini da abbattere
1980 Voltati Eugenio
1980 Il bandito dagli occhi azzurri
1980 Stark System
1977 La ragazza dal pigiama giallo
1977 Il gatto
1977 Tre tigri contro tre tigri
1976 Oh, Serafina!
1976 L’Italia s’è rotta
1975 La pupa del gangster
1975 L’ultimo treno della notte
1974 Il bestione
1973 Carne per Frankenstein
1973 Canterbury No. 2 – nuove storie d’amore del ‘300
1972 Frankenstein ’80
1972 Lo scopone scientifico
1972 Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave
1972 Si può fare… amigo (come Dalila Di Lamar)

febbraio 17, 2012 - Posted by | Biografie |

3 commenti »

  1. Nel cuore un grande dolore..ma dentro una grande forza.Sei davvero speciale mia cara amica.Andy Fernanda Scillitani.

    Commento di Andy Fernanda Scillitani | marzo 2, 2012 | Rispondi

    • Una donna dalla forza d’animo incredibile. Il suo coraggio dovrebbe servire da esempio per molti. Grazie e ciao

      Commento di paultemplar | marzo 3, 2012 | Rispondi

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