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Col cuore in gola


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Girato nel 1967, Col cuore in gola appartiene al periodo più creativo e fertile di Tinto Brass, un periodo in cui la sperimentazione, unita ad una grande capacità visiva facevano pensare al regista veneziano come uno dei prossimi maestri della cinematografia.
Sappiamo com’è andata a finire, la svolta erotica di Caligola e La chiave e il conseguente ridimensionamento proprio di quella carica trasgressiva che il regista possedeva e che aveva messo in mostra con L’urlo,Nerosubianco e con questo Col cuore in gola.
Che è anche l’unico thriller, del resto molto anomalo, diretto da Brass che per l’occasione può contare su un’attrice giovane ma capace come Eva Aulin e su uno dei nomi più importanti del cinema francese,Jean Louis Trintignant.
La storia ha come protagonisti un attore francese, Bernard e una ragazza,Jane che Bernard trova casualmente una sera vicino ad un cadavere, quello di Prescott, proprietario di un locale notturno.

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Immediatamente affascinato dalla bella ragazza,Bernard decide di aiutarla e si introduce in casa di prescott dove però viene sorpreso da un sicario.Bernard riesce a sbarazzarsi dell’uomo e a recuperare la foto compromettente che ritrae il fratello di Jane e Prescott stesso.
Inizia così un’avventura estremamente pericolosa che si concluderà tragicamente quando Bernard…
Ispirato alla lontana dal romanzo “Il sepolcro di carta” di Sergio Donati Brass dirige un thriller di buona fattura, in cui unisce temi a lui cari, come l’amore per la pop art, per la musica e per il fumetto, tanto da chiamare il grande Guido Crepax a illustrare le tavole per il film.
Pur nel contraddittorio svolgersi della trama, a tratti molto confusa, Brass mette a segno alcuni buoni colpi, con il risultato che il film non delude.

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Funziona bene la strana coppia Aulin-Trintignant, che un biennio dopo avremmo rivisto nell’enigmatico la morte ha fatto l’uovo di Questi,così come attraente è l’atmosfera quasi beatlesiana, da swinging london della capitale albionica.
Un neo è sicuramente la tendenza di Brass a sperimentare ad ogni costo, a volte infischiandosene della trama e della necessità dello spettatore di farsi largo nel delirio visivo tipico del primo Tinto Brass, quello dei citati L’urlo o Nerosubianco.Gli inserimenti del bianco e nero, le scene a tratti frenetiche a tratti narcolettiche, lisergiche sono davvero ostiche anche se alla fine il risultato resta di buon livello.
Il film è disponibile in streaming all’indirizzo http://www.nowvideo.at/video/70b0209178777 o anche su You tube all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=KoBIAbZ9b9E

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Col cuore in gola
Un film di Tinto Brass. Con Jean-Louis Trintignant, Roberto Bisacco, Ewa Aulin, Vira Silenti Giallo/thriller, durata 107′ min. – Italia 1967.

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Col cuore in gola banner protagonisti

Jean-Louis Trintignant: Bernard
Ewa Aulin: Jane
Vira Silenti: Martha
Roberto Bisacco: David
Charles Kohler: Jerome
Luigi Bellini: Jelly-Roll
Enzo Consoli: un barista
Monique Scoazec: Veronica

Col cuore in gola banner cast

Regia Tinto Brass
Soggetto Tinto Brass
Sceneggiatura Tinto Brass, Francesco Longo, Pierre Levy Corti
Casa di produzione Panda Cinematografica
Fotografia Silvano Ippoliti
Montaggio Tinto Brass
Musiche Armando Trovajoli
Scenografia Carmelo Patrono
Costumi Bice Brichetto

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L’opinione del sito http://www.bmoviezone.wordpress.com

Sebbene Col cuore in gola venga spesso considerato dalla critica appartenente al filone del giallo all’italiana, è in realtà un film molto più vicino al noir. L’azione infatti gioca infatti un ruolo preponderante all’interno della vicenda (per esempio i protagonisti vengono continuamente pedinati e rincorsi da sicari ignoti, Bernard impugna una pistola non appena se la trova sottomano e non esita ad usarla quando ne ha l’occasione, e via dicendo). Gli omicidi inoltre non vengono mostrati e la mdp si sofferma solo per pochi secondi sui cadaveri delle vittime – esiste forse un giallo all’italiana che non indugi sui particolari più efferati dei delitti e in particolare sulla loro messa in atto? In ogni caso per tutta la durata del film non c’è una vera tensione: spesso si rischia anche di dimenticare perché i protagonisti fuggano o perché si trovino in un luogo – appare evidente che i motivi che li muovono da una parte all’altra della città sono sono un contorno delle scene d’azione su cui si fonda il film ed una pretesa per moltiplicare i primi piani sui Jane e Bernard.
La pellicola infatti, più che sulla scarsa complessità della trama, si esalta dal punto di vista dell’impatto visivo. La fotografia di Silvano Ippoliti è di prima classe, la sua mdp cambia continuamente angolazione, vengono inserite anche parecchie scene in bianco e nero per richiamare l’atmosfera tipica dei noir americani. Talvolta lo schermo si divide anche in due o tre quadranti nei quali vengono mostrate riprese differenti della stessa scena da angolazioni diverse per rendere meglio l’idea della frenetica velocità d’azione. Inoltre, svolgendosi la vicenda nella Swinging London, il regista abusa di immagini a sfondo psichedelico (locandine di eventi musicali, di film della cultura beat, di pubblicità variopinte) e di opere d’arte contemporanee riconducibili alle correnti della pop-art e della op-art. Anche la colonna sonora (a cura di Armando Trovajoli), sebbene non convinca nella sua interezza, vanta la ballata romantica tipicamente sixties “Love Girl” ed alcune jam di blues-rock psichedelico in grado di competere con quelle di The Trip e di Psych-Out.
L’opinione di Ezio dal sito http://www.filmtv.it

Giallino infarcito di sperimentazioni varie e filmati di repertorio.Il Tinto Brass pre-erotico era questo-Prendere o lasciare.La coppia Trintignant-Aulin io la preferivo in un’alto film prodotto un paio di anni dopo e cioe'” La Morte Ha Fatto L’uovo,”almeno li’ c’era una trama ben piu’ precisa.

L’opinione di The Gaunt dal sito http://www.filmscoop.it

Brass rilegge la Swinging London dell’Antonioni di Blow up usando l’esile struttura di un giallo evidenziandone le venature noir in uno stile variopinto e folle tipico delle storie a fumetti. Dell’intreccio a Brass non importa molto, ciò che è importante è l’esperienza lisergica dei protagonisti in un delirio visivo che giunge al suo culmine nella fase finale. Non è certo un film adatto per coloro a cui piacciono i gialli classici o con una messinscena accurata degli omicidi. In questo film non troverà nulla di tutto ciò, giacchè i momenti di pausa sono eccessivi e la trama è farraginosa. E’ interessante comunque da un punto di vista visivo, quasi sfrontato nel suo sperimentalismo.

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luglio 10, 2014 - Posted by | Drammatico | , ,

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