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Il Mundial Dimenticato – La vera incredibile storia dei Mondiali di Patagonia


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Nel 1942 il mondo è in guerra.

Non c’è tempo e non c’è spazio oltre a non esserci nemmeno la fantasia per organizzare eventi sportivi.Gli ultimi di rilievo furono celebrati nella Germania nazista nel 1936,le XI Olimpiadi di Berlino e i campionati mondiali di calcio del 1938 in Francia;si sarebbero dovute celebrare anche le Olimpiadi del 1940 a Tokyo e i Mondiali del 1942 ma la guerra cambiò tutto.Eppure la storia non è andata così,almeno per quanto riguarda il calcio;nel 1942 in Patagonia il conte Vladimir Otz e sua figlia Helena organizzarono un Mundial con 12 nazionali,fra le quali spiccavano i nomi dell’Italia,della Germania,dell’Inghilterra e della nazione Mapuche,scelta in rappresentanza dell’Argentina che non aveva accettato di partecipare.

Ma come è possibile allora che le cronache sportive e l’albo d’oro del Mondiale non riportino la storia della straordinaria vittoria della nazionale Mapuche sula Germania e della storica semifinale Germania-Italia che permise ai giocatori nazisti di contendere il titolo proprio ai Mapuche nella finale? Eppure a documentare il tutto ecco che arrivano filmati dell’epoca di Guilliermo Sandrini ,geniale operatore ingaggiato dal conte Otz e che scomparve durante la finale fra Inghilterra e Mapuche,durante l’alluvione e conseguente cedimento di una diga che portò alla sua morte e a quella di un numero imprecisato di spettatori.

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Mondiale dimenticato 1 Battilocchi

Il corpo di Sandrini,rinvenuto casualmente con la sua cinepresa in un ossario di dinosauri permette al mondo di riscoprire questa storia dimenticata,facendoci conoscere gli eroi di quella storia,di rivedere i pochi superstiti vivi e le inevitabili interviste agli stessi.

Tutto vero?Naturalmente no.Siamo di fronte ad una operazione di fantasia,geniale e divertente,diretta da Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni nel 2011,un mockumentary (da “mock”sbeffeggiare e “documentary” con l’abbreviazione di documentario) un’opera quindi di totale fantasia ma ricostruita con genialità grazie all’uso di accorgimenti tecnici,come i graffi sulla pellicola ovviamente in rigoroso bianco e nero,spezzoni autentici dell’Istituto Luce e interviste a celebrità del calcio (Baggio,Lineker,Valdano) che rendono l’operazione talmente credibile da essere stata presa per oro colato da migliaia di appassionati di calcio.

Ma non solo.Anche alcuni giornali sono stati coinvolti nell’operazione,tanto che alcuni di essi hanno parlato di insabbiamento storico.Del resto guardando il film e prendendo per oro colato tutto quello che vediamo si viene tratti in inganno;l’operazione è abile e ben diretta.Tuttavia man mano che ci si addentra nella storia lo spettatore smaliziato si rende conto dell’ironia dispensata dai registi e sopratutto delle incongruenze storiche e sopratutto dei personaggi improbabili che vi avrebbero fatto parte.Partendo dall’arbitro di tutte le partite (eccetto la finale),il corpulento e ubriacone William Brett Cassidy,presunto figlio del leggendario Butch Cassidy,che in una partita invece del fischietto estrae una pistola,oppure una delle architravi su cui si basa il film, la partecipazione delle nazionali dei Mapuche e del Regno di Patagonia,che sostituiscono rispettivamente l’Argentina e il Cile, che rifiutarono la partecipazione proprio per la presenza delle due nazionali non riconosciute come territori indipendenti.

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Ovviamente ci sono tantissime altre incongruenze come la presenza dell’Inghilterra in un campionato che vedeva due nazioni come Italia e Germania che erano coinvolte nella guerra proprio contro gli inglesi,il fatto che la nazionale tedesca fosse rappresentata da operai che stendevano un cavo trans oceanico,l’operatore Sandrini che studia le riprese aeree e si alza in volo legato a dei palloncini,la storia d’amore fra il prestante indios Tigre e la bella Helena,che ha contemporaneamente una relazione con il centravanti ovviamente biondo e atletico della nazionale tedesca ecc.Tratto molto liberamente da un racconto di Osvaldo Soriano,famoso scrittore e giornalista argentino,intitolato Il figlio di Butch Cassidy,che fa parte del libro Pensare con i piedi,il documentario è un’opera intelligente,scorrevole e al tempo stesso ironica e divertente.

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La struttura è quella tipica del documentario.Si parte con il rinvenimento delle ossa di Sandrini vicine a quelle di un dinosauro e si prosegue con la storia del girato dal regista,che include sequenze assolutamente inedite (e ovviamente false) del mundial,con la presentazione del Conte Otz,presentato come lo stravagante,ricco ma coltissimo governatore del regno di Patagonia e di sua figlia Helene,bella e famosa fotografa che avrà due relazioni sentimentali con i centravanti della Germania e con il leggendario Tigre più un’altra chiacchierata con il regista Sandrini per passare di volta in volta a testimonianze dei presunti partecipanti alla partita,interviste alla discendente di Helene o dei pochi Mapuche sopravvissuti.

In mezzo anche interviste ai Mapuche realizzate ai giorni nostri e uno pseudo documentario sulla tragedia che sconvolse la finale.Un’opera molto interessante e inusuale, che ha incontrato i favori della critica e del pubblico grazie alla sua carica innovativa e alla sua fantasia.Il film è disponibile in una riduzione dalla tv su You tube in una qualità passabile all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=mR5mfXcg-kk

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Il Mundial Dimenticato – La vera incredibile storia dei Mondiali di Patagonia

Un film di Lorenzo Garzella, Filippo Macelloni. Documentario, durata 95 min. – Italia, Argentina 2011.

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Regia Lorenzo Garzella, Filippo Macelloni

Sceneggiatura Lorenzo Garzella, Filippo Macelloni

Produttore Daniele Mazzocca

Casa di produzione Verdeoro, Docksur Producciones

Distribuzione (Italia) JP Entertainment

Fotografia Alberto Iannuzzi

Musiche Pierluigi Pietroniro, Louis Siciliano

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Il mondiale del 1942 non figura in nessun libro di storia. Si giocò nella Patagonia argentina senza sponsor né giornalisti, e nella finale accaddero cose strane, come il fatto che si giocò un giorno e una notte senza riposo, che le porte e il pallone sparirono e che il temerario figlio di Butch Cassidy tolse all’Italia tutti i suoi titoli.Mio zio Casimiro, che non aveva mai visto da vicino un pallone da calcio, nella finale fece il guardalinee e alcuni anni dopo scrisse delle memorie fantastiche, piene di errori storici e di follie ormai irrimediabili in mancanza di testimoni più credibili.La guerra in Europa aveva interrotto i mondiali. Gli ultimi due, nel 1934 e nel 1938, li aveva vinti l’Italia e gli operai piemontesi ed emiliani che costruivano la diga di Barda del Medio in Argentina e le strade di Villarica in Cile, si sentivano campioni per sempre. Tra gli operai che lavoravano c’erano anche mapuches noti per le loro arti illusionistiche e per le loro magie, e soprattutto europei scappati dalla guerra. Spagnoli che monopolizzavano i negozi di alimentari, altri italiani di Genova, della Calabria e della Sicilia, e polacchi, francesi, qualche inglese che prolungava le strade ferrate di Sua Maestà, pochi guaranìes del Paraguay, argentini che avanzavano verso la lontana Terra del Fuoco. Tutti si trovavano lì perché il telegrafo non c’era ancora arrivato e si sentivano al sicuro dal mondo tremendo in cui erano nati.

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Mondiale dimenticato banner recensioni

L’opinione di Nikinara dal sito http://www.mymovies.it

Un film inaspettato, a metà tra il documentario (nel linguaggio) e la pura fiction (nella storia), dove è difficile distinguere il vero dal falso. Se non si conosce il racconto di Osvaldo Soriano (“Il figlio di Butch Cassidy”) si rischia di prendere tutto per buono, con un po’ di delusione quando invece si scopre che si tratta di pura fantasia. Ma per gli appassionati di Soriano questo film è un’autentica rivelazione che non si limita a mettere in scena una storia conosciuta, ma la ricostruisce con pazienza e abilità fino a darle forma di leggenda. Gli ingredienti ci sono tutti: la passione per il calcio, il gusto per il racconto, la fascinazione della Patagonia, gli intrecci amorosi, l’amore per il cinema. Un film intelligente e divertente, capace di piacere anche anche alle donne.

L’opinione del sito http://www.ilcinematografo.it

Raccontato attraverso le parole del più esperto ricercatore sul tema, il giornalista argentino Sergio Levinsky, il film prende le mosse dal ritrovamento di uno scheletro con la macchina da presa negli scavi paleontologici di Villa El Chocon, nella Patagonia Argentina: i resti umani appartengono a Guillermo Sandrini, cineoperatore di origini italiane assoldato – come svela una lettera del conte Otz a Jules Rimet – per “filmare i Mondiali in modo memorabile e rivoluzionario”. Cosa che avvenne realmente, con tecniche che già 70 anni fa anticipavano le attuali “spider-cam” utilizzate sui campi di gioco da alcune emittenti satellitari: dalla “camera fluctuante” alla “trampilla”, fino alla “cine-pelota” e al “cine-casco”, Sandrini incarnò la risposta estetico-politica alla Leni Riefenstahl dei Giochi Olimpici di Berlino del ’36, trovando la morte proprio durante la finale del mundial, flagellata da un violento temporale e da una drammatica alluvione che, fino ad oggi, “congelò” nella memoria il risultato tra la rappresentativa tedesca (nazista) e gli indios Mapuche sull’1 a 1.
Ma quel mondiale, caratterizzato non solo dalla partecipazione di giocatori non professionisti (operai, minatori, scavatori, ingegneri, militari, pescatori, esiliati e rivoluzionari in fuga) e dall’arbitraggio “con pistola” di personaggi che meriterebbero una letteratura a parte (il conte Otz assoldò addirittura William Brad Cassidy, figlio del più celebre Butch, che proprio come il padre dopo aver rapinato banche e assaltato treni, collezionando taglie in 5 diversi paesi dell’unione, si rifugiò in Patagonia), precursore se vogliamo della storica Italia-Germania del ’70 (anche se l’esito fu differente, 3 a 2 per i teutonici grazie ad un arbitraggio che, ancora oggi, il terzino destro Antonio Battilocchi – allora operaio alla diga che poi l’alluvione spazzò via – definisce “scandaloso”), non poteva finire così. Mai riconosciuto dalla FIFA, sepolto nella memoria del tempo (e del fango), il mundial – emblema di un calcio che ancora profumava di leggenda – ebbe invece un vincitore: sepolto per decenni nella cinepresa di Sandrini, riportato in vita sul grande schermo di una saletta a Buenos Aires. “Campeones del Mundo!”. Imperdibile.

L’opinione di Thegaunt dal sito http://www.filmscoop.it

Il mundial dimenticato può sembrare un tuffo nel passato nostalgico del calcio che fu e del valore dello sport nei tempi bui della guerra mondiale. C’è anche questo, ma questo documentario va oltre. Nel microcosmo, si fa per dire, della sperduta regione della Patagonia iniziano a farsi presenti nella pur palese falsità dei mockumentary quegli elementi che diventeranno una cifra dominante e degenerativa del calcio moderno. Uno su tutti le strampalate riprese del cameraman Sandrini che nella sua volontà di essere più rivoluzionario della Riefenstahl con risultati tragicomici, mette in rilievo l’invadenza del mezzo televisivo che sarà ed è tutt’oggi.
Molto buona tutta l’intelaiatura del film, credibile nelle testimonianze e nelle immagini d’epoca. Un po’ debole nella ricostruzione dei finti filmati, probabilmente perchè essendo un documentario e non un blockbuster hollywoodiano paga il budget limitato.

L’opinione di Giannisv66 dal sito http://www.filmtv.it

Piace soprattutto la grande ironia con cui viene affrontato un mondo come quello del calcio troppo spesso afflitto dalle iper-valutazioni dei suoi appassionati.
Tante, troppe volte sentiamo gente disquisire di calcio come se si trattasse di politica o di economia, o peggio ancora di una guerra in corso, e non solo al bar sotto casa, ma anche e soprattutto in televisione. Finendo così per far dimenticare a molti che si tratta di un gioco, di indubbio fascino ovviamente, ma solo un gioco consistente in ventidue signori in mutande che corrono dietro un pallone.
I registi sono bravi a usare gli eventi (di pura invenzione) di quel lontano passato per mettere alla berlina certe “questioni spinose” che attanagliano i moderni commentatori, vedi ad esempio l’esilarante esempio di moviola in campo ante litteram che vede coinvolti gli sportivissimi inglesi.
E con l’ironia verrà svelato il segreto dell’esito della finale. Su cui ovviamente qui taciamo.
Per gli appassionati di football, dotati di una corretta dose di ironia, quattro stelle piene. Considerato che – naturalmente – non tutti condividono questa passione più corretta una mezza stella in meno.

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Il Conte Otz

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Helena Otz

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Klaus Kramer

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El Tigre

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Guillermo Sandrini

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ottobre 10, 2015 - Posted by | Documentario |

1 commento »

  1. visto in un cineclub non molto tempo fa e anche in Tv (rai se non ricordo male).
    Divertente, ben fatto, originale nel tema e nella trama.

    Commento di loscalzo1979 | ottobre 12, 2015 | Rispondi


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