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Una donna tutta sola


Erika è una quarantenne che vive una realtà fatta di un matrimonio all’apparenza solido con Martin e di una figlia sedicenne, Patty, dal carattere ribelle e alieno da compromessi.
La realtà di Erika è anche una vita vissuta in funzione del marito e del matrimonio, che sembra procedere tranquillamente dopo diciassette anni di vita in comune.
Un giorno però suo marito Martin le confessa, non senza imbarazzo, di essersi innamorato della più giovane Macha.
Tutte le certezze di Erika vanno in pezzi, la donna tranquilla ed equilibrata  senza complessi e anche affascinante si ritrova quindi a interrogarsi su se stessa e sui perchè di una relazione fallita così all’improvviso.

Jill Clayburgh

Il conforto delle amiche o il dialogo molto difficile con la ribelle Patty non la aiutano più di tanto, così come non appare sufficiente quello che fanno per lei le inseparabili Sue, Elaine e Jeannette.
A consigliarle di ritagliarsi un nuovo modo di vivere, di uscire dal guscio e di cercare nuovi stimoli è la sua psicologa e analista Tanya; la donna le consiglia di cercare nuove amicizie maschili, di riallacciare contatti con un mondo che in pratica ha conosciuto solo marginalmente, impegnata com’era nel menage matrimoniale con Martin.

Alan Bates

Poco convinta, Erika segue il consiglio della psicologa, ma il primo contatto, quello con Charlie si rivela fallimentare; l’uomo infatti dietro la sua brillantezza e raffinatezza nasconde solo un grande egoismo e una superficialità disarmante. E’ più fortunata con l’incontro successivo, quello con l’artista Saul, di stampo ben diverso dall’egoista Charlie.
Il rapporto tra i due sembra diventare un punto fermo per Erika, che si convince di aver fatto la scelta giusta e presenta il suo nuovo compagno alla figlia.
Ma nel frattempo Martin, abbandonato dalla giovane amante, le chiede di tornare con lui; a questo punto Erika si rende conto di aver vissuto troppo la sua esistenza in funzione del marito o di un altro compagno e rifiuta sia di tornare con Martin sia di vivere con Saul,

accorgendosi che la propria realizzazione come donna può avvenire anche da sola.
Una donna tutta sola, diretto da Paul Mazursky nel 1977 è una commedia brillante e amarognola di sicuro spessore; godibilissima grazie a dei dialoghi raffinati, affronta diversi temi anche se evita di scavare a fondo in essi.
Il matrimonio, la realizzazione di una donna fuori da esso, l’abitudine tutta americana di cercare nell’analisi psicologica la soluzione ai propri problemi, un pizzico di femminismo al vetriolo, il difficile rapporto madre-figlia sono i temi portanti della storia portata sullo schermo da Mazursky, regista davvero raffinato e abile nel descrivere storie all’apparenza semplice con protagonisti normali quelli che tutti i giorni vivono esistenze all’apparenza banali nel cuore delle grandi città americane.

Il regista di Bob & Carol & Ted & Alice e di Stop a Greenwich Village dipinge un ritratto di donna molto efficace; Erika è una donna qualsiasi che sboccia come una farfalla dalla crisalide nell’istante esatto in cui vede andare in pezzi uno dei punti fermi della sua vita, il matrimonio.
Quando Erika, attraverso le esperienze che farà realizzerà di essere in grado di ragionare da sola, di non essere obbligata ad appoggiarsi ad un uomo ma anzi, di poter scegliere lei come gestire un rapporto di coppia che sia duraturo o di una sola notte, quando Erika dicevo farà tesoro di queste esperienze capirà di potersi scegliere il proprio destino e il proprio cammino.

Il rifiuto di tornare con Martin e quello opposto alle richieste di Saul sanciscono la definitiva presa di coscienza della donna, che si è resa conto di poter gestire la propria vita indipendentemente dalla presenza di un uomo al suo fianco; un discorso femminista e femminile, di una persona che rivendica con orgoglio la gestione della propria vita.
Mazursky usa la sua sottile ironia in diversi passaggi del film, aiutato in questo dalla straordinaria performance di Jill Clayburgh, una delle attrici più eleganti di Hollywood, scomparsa purtroppo 2 anni fa per le conseguenze di una leucemia che ha segnato la sua vita negli ultimi vent’anni.
L’interpretazione della Clayburgh è misurata, ironica e mai sopra le righe; grazie a questa parte Jill vinse il premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes.

Una donna tutta sola ebbe ottime recensioni e lusinghiere candidature a premi importanti; vanno ricordate le tre nomination agli Oscar per Paul Mazursky e Anthony Ray nella categoria miglior film, quella per Jill Clayburgh come miglior attrice protagonista e sempre per Mazursky la nomination per la miglior sceneggiatura originale.

Michael Murphy

 Inaspettatamente, nonostante ben 5 nomination anche ai Golden Globe l’unico premio vinto dal film fu quello già citato per Jill Clayburgh a Cannes.

Un film davvero simpatico, una commedia gradevole che si segue con interesse, dai rtimi non eccelsi ma capace di affascinare lo spettatore attraverso le vicende personali di una donna che, come recita il titolo del film, è tutta sola ma che alla fine sarà felice di esserlo.

Una donna tutta sola
Un film di Paul Mazursky. Con Michael Murphy, Jill Clayburgh, Alan Bates, Cliff Gorman Titolo originale An Unmarried Woman. Commedia, durata 124′ min. – USA 1977.

Jill Clayburgh … Erica
Alan Bates … Saul
Michael Murphy … Martin
Cliff Gorman … Charlie
Patricia Quinn … Sue
Kelly Bishop … Elaine
Lisa Lucas … Patti
Linda Miller … Jeannette
Andrew Duncan … Bob
Daniel Seltzer … Dr. Jacobs
Matthew Arkin … Phil
Penelope Russianoff … Tanya
Novella Nelson … Jean
Raymond J. Barry … Edward
Ivan Karp … Herb Rowan

Produzione: Paul Mazursky
Regia Paul Mazursky
Fotografia Arthur J. Ornitz
Montaggio Stuart H. Pappé
Musiche Bill Conti Johnny Green E.Y. Harburg
Scenografie Pato Guzman
Costumi Albert Wolsky

Maggio 3, 2012 - Posted by | Commedia | , ,

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