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Una cavalla tutta nuda


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Fate un giro su internet, digitate il titolo di questo film (ammiccante e francamente fuorviante) e vi imbatterete, una volta tanto, nel ribaltamento speculare dei ruoli critica/pubblico. Incredibilmente, per un film a sottile, sottilissima venatura erotica, identificabile in minima parte con il genere decamerotico, del quale ha soltanto l’ambientazione medioevale, c’è parte della critica che da giudizi di assoluzione, quando non anche positivi, e il pubblico che stronca senza appello il film.

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Renzo Montagnani è Guffardo

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Barbara Bouchet è Madonna Gemmata, Don Backy è Folcacchio

Un errore davvero grave, quello di alcuni recensori di questa seconda categoria, perchè Una cavalla tutta nuda, del regista Franco Rossetti, datato 1972, è forse uno dei pochi film di derivazione boccaccesca a presentare alcuni elementi di novità. Il primo dei quali è l’avere una trama organica, con due personaggi che si muovono lungo un percorso lineare, senza la consueta babele di racconti pecorecci di mogli fedifraghe e mariti cornuti, di frati gaudenti e servette vogliose.

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L’incantesimo spassoso su Madonna Gemmata

La seconda caratteristica è la quasi totale assenza di scene erotiche, fatta salva quella spassosa dell’incantesimo donna/cavalla, in cui è protagonista una splendida Barbara Bouchet. Il resto del film si muove su binari coerenti, seguendo le avventure di Folcacchio de Folcacchieri (il cantante Don Backy), un simpatico gaglioffo, di quelli candidi, ingenui ma alla bisogna scaltri  e di Guffardo De Bardi (Renzo Montagnani), paesano scultore angariato da una moglie corpulenta e traditrice, che lo fa becco sotto i suoi occhi, con tacita rassegnazione dello stesso Guffardo.

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I due passeranno attraverso la campagne toscane, destinazione Volterra imbattendosi in situazioni paradossali. Sono incaricati, dal curato del loro paese, di portare un’ambasciata al vescovo di quella città per chiedere un aiuto economico e combattere così la siccità che devasta la zona. I due, in viaggio si imbatteranno dapprima in un tonto villico, Niccolò, al quale l’abile Folcacchio farà credere di essere in grado di tramutare la bellissima moglie Gemmata (Barbara Bouchet), e che quindi lo farà becco mentre Niccolò regge il moccolo nella stalla.

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Poco avanti si imbatteranno in un furbo gaglioffo, Mattias, che si farà beffe della loro ingenuità rubando vestiti e cavalli. I due compagni d’avventura, per vestirsi e mangiare, si fingeranno modelli e durante le pose per la realizzazione di un quadro su Adamo ed Eva, faranno credere di essere appestati, e in questo modo riusciranno a procurarsi il necessario per proseguire il loro viaggio. Che apparentemente termina a Volterra; dove però, fanno una figura terribile, avendo dimenticato il messaggio del loro curato. Condannati al rogo per aver irriso il vescovo, assieme al gaglioffo Matias, catturato per le sue malefatte, Folcacchio e Guffardo riusciranno a scampare al rogo grazie ad un amico di quest’ultimo, e si rifugeranno in un convento.

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Qui, in fondo al pozzo che da acqua ai frati, troveranno un forziere pieno di monete e torneranno, dopo aver reso pan per focaccia allo scaltro Matias al loro borgo natio, dove faranno credere al curato di aver ricevuto dal vescovo l’ingente somma in loro possesso. Ma Matias, per vendicarsi, rivela ai frati la destinazione dei due, con il risultato finale che gli stessi frati si rimpossesseranno dei loro averi.

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Ai due compagni d’avventura non resta che tornare a casa; Guffardo riuscirà finalmente a tener testa alla moglie mentre Folcacchio, che stava partendo all’avventura, si imbatterà nel tonto Niccolò e questa volta compirà il prodigio. Farà credere al villico di aver trasformato sua moglie Gemmata in una magnifica cavalla bianca e con la donna finalmente libera, partirà verso il suo destino.

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Film tutto sommato piacevole, non volgare, in cui i due protagonsti, il cantante Don Backy e lo scanzonato Renzo Montagnani prestano i loro volti sorridenti, guasconi e scaltri ai due personaggi di Folcacchio e Guffardo, che attraversano la splendida campagna toscana fotografata alla perfezione, in un tripudio di colori. Un film certamente non memorabile, ma che ha  la dote di far passare 90 minuti strappando qualche risata e soprattutto non ammorbando lo schermo con le solite sconcezze erotiche o con le inevitabili trivialità

Una cavalla tutta nuda, un film di Franco Rossetti. Con Don Backy, Barbara Bouchet, Vittorio Congia, Renzo Montagnani,Carla Romanelli, Piero Vida, Lorenzo Piani, Vittorio Fanfoni, Ghigo Masino, Pietro Torrisi
Commedia, durata 92 min. – Italia 1972.

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Una cavalla tutta nuda banner protagonisti

Don Backy: Folcacchio de’ Folcacchieri
Barbara Bouchet: Gemmata
Renzo Montagnani: Gulfardo de’ Bardi
Vittorio Congia: Matias
Leopoldo Trieste: Nicolò, marito di Gemmata
Edda Ferronao: moglie dell’oste
Carla Romanelli: Pampinea

Una cavalla tutta nuda banner cast

Regia Franco Rossetti
Soggetto Franco Rossetti, liberamente ispirato a novelle di Giovanni Boccaccio e Franco Sacchetti
Sceneggiatura Franco Rossetti, con la collaborazione di Francesco Milizia e Nelda Minucci
Produttore Jack Lauder, Franco Rossetti
Casa di produzione Hubris Films
Fotografia Roberto Girometti
Montaggio Mario Morra
Musiche Don Backy[1] e Detto Mariano
Scenografia Gaia Romanini
Costumi Gaia Romanini
Trucco Ada Morandi

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Maggio 15, 2009 - Posted by | Erotico | , , , ,

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