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L’amour violè


L'amour viole locandina 1

E’ una vita tranquilla, quella di Nicole Seret.
Ha un lavoro che ama, un fidanzato premuroso, una famiglia, degli amici.
Una vita fatta di piccole cose, una esistenza mescolata a quella di tantissime altre persone in un paese della Francia.
Tutto però cambia, drammaticamente, una sera che Nicole rientra a casa dal lavoro sul suo inseparabile motorino; viene affiancata da un furgone con a bordo quattro balordi, che la seguono e la affiancano, costringendola quindi a fermarsi.
Le intenzioni dei quattro sono evidenti,da subito.
Difatti Nicole viene stuprata brutalmente dal branco e lasciata come una povera cosa, ferita nel corpo e sopratutto umiliata moralmente.
Ci vuole tempo per guarire e Nicole, poco alla volta, si ristabilisce almeno fisicamente.
Ma la terribile, devastante esperienza le ha condizionato ormai la vita e il ricordo di quella sera non la abbandona mai.

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E torna, implacabile, quando un giorno Nicole si ritrova faccia a faccia con il suo principale violentatore, l’uomo che l’ha stuprata brutalmente per primo:è un meccanico di nome Berthot, sposato e padre di due figli, un teppista dalla vita comune e proprio per questo ancor più ributtante.
Nicole decide che quell’uomo e i suoi complici vadano puniti, non solo per ciò che ha subito lei, ma anche per evitare che possano riprendere impunemente la loro attività squallida e criminale.
Consigliata da Catherine, una sua amica, Nicole lo denuncia.
E’ un atto coraggioso, ma carico di problematiche legate alla concezione arcaica del sesso, del ruolo della donna e perchè no, dello stupro stesso nella piccola comunità in cui Nicole vive.
Contro di lei, apertamente, si schiera sua madre, che non vuole pubblicità negativa sulla sua famiglia e sopratutto l’amato Jacques, il fidanzato, che vorrebbe evitare pubblicità sul fatto temendo l’impatto negativo dello stupro su se stesso.

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Ha paura di apparire un cornuto, detto brutalmente.
La sua è una concezione della donna legata agli stereotipi arcaici che regolano la vita della comunità;la donna è palesemente in un ruolo subalterno, deve essere madre e sposa.
Poco conta che lo stupro abbia messo in ginocchio l’animo di quella donna che evidentemente non ama abbastanza da seguire in una crociata contro l’omertà che sembra calare sul drammatico stupro.
Così Nicole si ritrova a combattere una battaglia che sembra persa in partenza, sopratutto quando, dopo la denuncia i famigliari degli stupratori tentano in tutti i modi di persuaderla a ritirare la denuncia, usando mezzi meschini come il denaro in cambio del silenzio o usando l’arma sottile e vigliacca della compassione e della pietà.
Non vogliono turbare gli equilibri delle proprie famiglie, le persone coinvolte nel fatto, genitori e mogli che siano.
Ma Nicole prosegue la sua battaglia, in suo nome ma anche in nome delle vittime della violenza sessuale.
La sua battaglia contro i pregiudizi, contro la falsa morale va avanti e si concluderà con un processo verso i violentatori…

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Non c’è compiacimento verso l’effettistica o lo scandalismo fine a se stesso, in L’amour violè, di Yannick Bellon, c’è solo la drammatica e desolante rappresentazione di un atto di violenza, lo stupro, esecrabile e potenzialmente devastante per le sue vittime.
Siamo nel 1978, nel film, anno in cui fu girato ma potremmo essere a stamattina. O purtroppo anche a domani.
Se alcune cose sono cambiate e lo stupro oggi è perseguito con ben altra severità e sopratutto non ha più lo stesso diffuso sistema omertoso ad avvolgerlo occorre dar atto a mutate sensibilità verso il tema.
Non si è certo debellato il fenomeno, ma quanto meno oggi una donna può ragionevolmente pensare di essere maggiormente tutelata dalle leggi.
Tornando alla pellicola, Bellon racconta con piglio asciutto e senza compiacimenti eccessivi, senza morbosità inutili il dramma di Nicole, una ragazza qualsiasi immersa in un’atmosfera paesana qualsiasi.
E’ la Francia, siamo nei dintorni di Grenoble ma potremmo essere nelle campagne italiane, in quelle inglesi o quelle tedesche.

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La sequenza dello stupro è di forte impatto:girata in notturna, al buio,quasi a voler sottolineare il buio della ragione che avvolge le menti dei sequestratori, L’amour violè racconta il calvario di una donna che da quel momento in poi, da quello stupro selvaggio e animalesco, cercherà di allontanare da se i fantasmi della spaventosa tragedia subita.
Inutilmente, perchè la mente la riporterà sempre a quei momenti.
Si guarisce nel fisico, e Nicole guarisce: ma probabilmente non si guarisce mai nell’animo.
Yannick Bellon dirige con grande equilibrio un film che pone al centro della storia la triste vicenda di Nicole, senza però andare troppo in la con la commiserazione così come riesce ad evitare la trappola del sensazionalismo o semplicemente quella della sovra esposizione della storia di Nicole.
La vicenda è raccontata con sobrietà e si avvale della intensa interpretazione di Nathalie Nell, l’attrice parigina che all’epoca delle riprese aveva alle spalle qualche buona interpretazione in film come La meravigliosa amante di Adolphe, L’amore di Nathalie e sopratutto Morire d’amore di André Cayatte.
Nel cast c’è anche un giovanissimo Daniel Auteuil.
Un film bello e a tratti crudele, una drammatica raffigurazione di una tematica sempre attuale, oggi come nel 1978.
Il film è di difficilissima reperibilità mentre c’ è una discreta riduzione in divx su You tube, ma in lingua francese http://www.youtube.com/watch?v=PnIABNEkw5E

L’Amour violé
Un film di Yannick Bellon. Con Pierre Arditi, Nathalie Nell, Alain Fourès, Michéle Simonnet, Daniel Auteuil Drammatico, durata 113′ min. – Francia 1977

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L'amour viole banner protagonisti

Nathalie Nell … Nicole
Alain Fourès … Jacques
Michèle Simonnet … Catherine
Pierre Arditi … Julien
Daniel Auteuil … Daniel
Bernard Granger … Patrick
Alain Marcel … Jean-Louis
Gilles Tamiz … René
Tatiana Moukhine … La madre di Nicole
Lucienne Hamon … Il giudice
Guylène Péan … L’avvocato
Marianne Epin … La donna di Patrick
François Lalande … Un ammalato
Marco Perrin … Il padre di Jean-Louis
Andrée Damant … La madre di Jean-Louis

L'amour viole banner cast

Regia:Yannick Bellon
Soggetto:Yannick Bellon
Sceneggiatura:Yannick Bellon
Montaggio:Jeannine See
Fotografia:Georges Barsky
Musiche:Abraham Sedefian
Produzione:EQUINOXE DRAGON MK2
Distribuzione:CIDIF CAD (1979)

L'amour viole banner recensioni

L’opinione del Morandini
Una sera, nei dintorni di Grenoble, Nicole è aggredita e violentata da quattro giovanotti di buona famiglia. Con l’aiuto di un’amica passa dalla vergogna e dall’illusoria speranza dell’oblio alla denuncia degli stupratori. 4° film della bretone Y. Bellon, su un tema già affrontato con La femme de Jean, che allarga il discorso alla violenza di una società, fondata su valori maschilisti. Film didattico dove la finezza dell’analisi psicologica e una puntigliosa chiarezza informativa prevalgono sulla pedanteria della tesi. Ammirevole la sequenza dello stupro, senza perifrasi pietose, ma anche senza compiacimenti morbosi.

L’opinione di Lucius dal sito http://www.davinotti.com
Crudo e violento nella prima fase, a tal punto da chiedersene il senso (non si rappresenta una violenza con la violenza), diventa riflessivo con il prosieguo della visione tra mille analisi e considerazioni. Femminista, metodico con una protagonista che non riesce mai a guarire fino in fondo (e questo è plausibile), quindi realistico, ma estremizzato anche nei dialoghi. Un film di denuncia per un amore violato, per una vita che non sarà mai più la stessa. Impegnato anche civilmente e in grado di scuotere dentro. Niente sarà più come prima?

L’opinione di Lucky78 dal sito http://www.davinotti.com
Film drammatico, interamente incentrato sulla riflessione di una donna violentata che tra mille difficoltà trova il coraggio di denunciare i suoi aggressori. Realistico e delicato, a tratti anche poetico, riesce invece ad essere incredibilmente cruento nella scena dello stupro, girata in modo talmente veritiero da destare notevole impressione. Molto brava ed affascinante l’attrice protagonista, Nathalie Nell, che riesce a dare al suo personaggio dei toni mai eccessivi ma al tempo stesso drammatici.

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gennaio 17, 2014 - Posted by | Drammatico | ,

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