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Una farfalla con le ali insanguinate


Il titolo, come al solito, riecheggia il classico di Argento L’uccello dalle piume di cristallo; in realtà questo film non è da annoverare tra i thriller, e difficilmente lo si può inserire in una categoria ben definita. Anche se ci sono tre omicidi, anche se c’è l’assassino, siamo di fronte ad un’opera non schematizzabile. L’impianto è più quello del giallo, con tempi lunghi, dialoghi spesso dilatati con conseguente dilatazione anche dei tempi d’azione.

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Evelyn Stewart è Maria

Siamo di fronte ad una curiosa mescolanza di più generi, incluso il tentativo da parte del regista, Duccio Tessari, di mescolare la denuncia del basso livello morale della alta borghesia con una storia che porti lo spettatore, attraverso la visione di questo degrado, ad un finale tipico del giallo, che però sia in linea con quanto denunciato nel film. Non c’è sangue, o almeno è limitato al massimo; c’è qualche fugace nudo, peraltro molto casto. Ci sono invece dialoghi, primi piani, atmosfera quasi grigia, e una colonna sonora che spazia nel classico, dall’iniziale Ciaikovskj a Beethoven.

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L’omicidio di Francoise (Carole Andrè)

Il film inizia con il brutale assassinio di una diciassettenne studentessa francese, Francoise Pigault (Carole Andrè), accoltellata in un parco. La ragazza aveva appuntamento con qualcuno, che la accoltella; il suo corpo rotola giù per un pendio e l’assassino, visto di sfuggita da una donna che amoreggia in auto, riesce a sfuggire, complice un furibondo temporale che si scatena sul parco.

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La testimonianza della donna è decisiva; viene arrestato Alessandro Marchi (Giancarlo Sbragia), un noto cronista sportivo televisivo, che è il padre di un’amica di Francoise, Sarah (Wendy D’Olive). Le impronte dell’uomo vengono trovate sul coltello a serramanico che ha ucciso la ragazza, in casa sua viene ritrovata una camicia con una macchia di sangue, il suo cappotto, sporco di fango è finito in lavanderia.

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Wendy D’Olive

L’uomo viene arrestato e mandato sotto processo, e viene difeso dall’avvocato Cordaro, che è anche l’amante della moglie di Alessandro, Maria (Evelyn Stewart). Alessandro non si difende, così viene condannato all’ergastolo, nonostante la deposizione di Giorgio (Helmut Berger), che ha dichiarato di aver visto scavalcare il muro del parco un giovane, e non il Marchi. La situazione però muta quando viene uccisa, con le stesse modalità, una giovane prostituta e subito dopo una donna che passaggiava nel parco. Marchi viene rilasciato, e a questo punto la storia si avvia verso un finale a sorpresa.

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La trama c’è, indubbiamente; anche una certa atmosfera. In realtà appare debole solo il finale, troppo tirato per i capelli. Di buono ci sono anche le interpretazioni, misurate, degli attori, fra i quali spiccano anche Silvano Tranquilli nel ruolo dell’ispettore, di Helmut Berger e di Sbragia, oltre che della Stewart. Una nota a margine: alle volte c’è da chiedersi se i recensori vedano o no i film che stroncano; nel Morandini questa è la critica al film : “Come giallo zoppica. D. Tessari punta tutto sugli effettacci di erotismo e violenza e ha mano pesante nella critica della corruzione borghese.

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Dove il recensore abbia visto effettacci di violenza resta un mistero, visto che l’unico sangue appare su una camicia, e i delitti non vengono mostrati; in quanto all’erotismo, si intravedono dei nudi di spalle, e in confronto ai decamerotici che iniziavano a popolare gli schermi, questo è un film per educande. Un’opera comunque non totalmente riuscita, anche se tutto sommato, si può vedere.

Un film di Duccio Tessari. Con Helmut Berger, Evelyn Stewart, Giancarlo Sbragia, Silvano Tranquilli.
Wolfgang Preiss, Stefano Oppedisano, Dana Ghia, Carole André, Günther Stoll
Giallo, durata 105 min. – Italia 1971.

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Una farfalla dalle ali insanguinate banner personaggi

Helmut Berger -Giorgio
Giancarlo Sbragia -Alessandro Marchi
Evelyn Stewart -Maria Marchi
Wendy D’Olive-Sarah Marchi
Silvano Tranquilli-Commissario Berardi
Carole André -Françoise Pigaut
Lorella De Luca -Marta Clerici
Günther Stoll -Avv. Giulio Cordaro
Wolfgang Preiss-La pubblica accusa
Dana Ghia-Diamante
Anna Zinnemann-Commessa al negozio di vestiti

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Regia Duccio Tessari
Sceneggiatura Gianfranco Clerici, Duccio Tessari, Edgar Wallace (non accreditato)
Fotografia Carlo Carlini
Musiche Gianni Ferrio
Costumi Paola Comencini

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febbraio 27, 2009 - Posted by | Thriller | , , , , ,

6 commenti »

  1. “Deshabillé” de Evelyne Stewart ?

    Commento di filomeno | febbraio 27, 2009 | Rispondi

    • Si, è proprio Evelyn Stewart; un’attrice molto brava, ma che non ha avuto molta fortuna
      Ciao
      Paul

      Commento di paultemplar | febbraio 28, 2009 | Rispondi

      • non sapevo che Evelyn Stewart fosse uno pseudonimo di Ida Galli… infatti vedendo il film pensavo fosse lei ma anche di essermi sbagliato perchè veniva chiamata così….
        sulla sua poco fortuna non dire però, è sicuramente ricordata per aver partecipato a moltissimi cosiddetti b-movie ora considerati pietre miliari della storia del cinema (sette note in nero in primis).

        Commento di jacopo | febbraio 19, 2012

      • Italianissima,Ida Galli, c’è la sua biografia in questo blog.
        In realtà pur avendo lavorato moltissimo, non è mai stata un’attrice di primissimo piano.Come dici tu,ha lavorato in film importanti come 7 note in nero, Il medaglione insanguinato ecc. però è rimasta sempre un pò nell’ombra, pur essendo molto brava ed anche molto bella.
        Ciao e grazie 🙂

        Commento di paultemplar | febbraio 19, 2012

  2. A me è sembrato quasi una puntata di CSI ante litteram 🙂 E’ vero che il finale è un po’ raffazzonato, non tanto per l’idea quanto per l’esecuzione, ma nel complesso non l’ho trovato affatto da buttare. Per certi versi, quasi troppo avanti per i suoi tempi.

    Commento di poggy | novembre 30, 2009 | Rispondi

  3. Una barba infinita. Con tutta questa indefinitezza, alla fine il film si è perso in mille pezzi. Noioso, inconcludente

    Commento di Asenath | novembre 15, 2010 | Rispondi


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