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L’isola delle salamandre


La giovane Sugar cade in un tranello organizzato da un uomo che collabora con una organizzazione che recluta forzatamente giovani per le piantagioni di zucchero.
Alla donna viene offerto uno spinello e mentre si appresta a fumarlo è arrestata dalla polizia locale.
Siamo in un imprecisato paese dell’America latina e la donna viene così tradotta davanti ad una specie di giudice, che dapprima le propone il condono della pena in cambio di favori sessuali, poi di fronte al diniego della ragazza la condanna ad un periodo di lavoro forzato di due anni da scontare nelle piantagioni di zucchero dell’Isola delle salamandre.
Tradotta nell’isola la ragazza scopre di essere capitata in un luogo che è peggio di un inferno; Burgos il capo delle guardie è un tipaccio crudele e sadico e collabora con il dottor John, un tipo strambo dedito ad ancora più strani esperimenti.
La ragazza deve fare i conti anche con l’ostilità di una detenuta di colore, Simone mentre diventa amica della bionda Dolores; il carattere ribelle di Sugar si scontra subito sia con la brutalità di Burgos sia con il temibile dottor John che non esita a praticare terribili esperimenti sulle detenute.

Il gruppo delle detenute quindi deve fare i conti con la brutalità delle guardie e ben presto alcune recluse scendono a compromessi pur di assicurarsi un trattamento migliore.
Intanto Simone, che ha conosciuto Moyo, un recluso che pratica il voodoo, ha con lui una storia d’amore;  l’uomo porta sia Simone sia Sugar ad una sepoltura collettiva in cui giacciono gli scheletri delle sventurate ex detenute del campo di prigionia che il folle dottor John ha immolato per i suoi esperimenti.

Dopo aver tentato inutilmente di ricattare Burgos e John con la minaccia di rivelare alle autorità quanto scoperto, Moyo assecondato da Sugar e Simone organizza la fuga.
Ma il gruppo viene ripreso e Moyo viene incatenato e bruciato vivo.
La fuga è solo rimandata. Dopo aver ucciso il brutale Burgos le due ragazze accompagnate da Dolores riescono a fuggire.
Nella fuga Simone è colpita a morte e John muore.
Sugar e Dolores riescono così a riguadagnare la libertà.
Raccontata così la trama di L’isola delle salamandre sembra abbastanza scorrevole anche se molto ingenua.
In realtà  la sceneggiatura di questo film mostra più buchi di uno scolapasta.

Già l’idea di partenza, ovvero l’espediente della ragazza deportata per uno spinello è di per se ridicola; man mano che ci si inoltra nel film le cose peggiorano sensibilmente ed assumono aspetti ancor più grotteschi.
I carcerieri dell’isola sembrano un gruppo di scout impegnati in una escursione e non perdono occasione per lasciarsi irretire dalle belle prigioniere, che approfittano biecamente di loro.
Uno di essi verrà ucciso da Burgos per aver rifiutato di frustare Sugar, un altro si invaghirà di Dolores facendosi sottrarre la pistola come un bambino del nido.

In quanto agli esperimenti del dottor John appaiono più comici che folli.
Il buon dottore infatti studia un siero che ridia agli animali la primitiva ferocia e per far ciò somministra il suo siero alle prigioniere con risultati grotteschi.
Il finale poi è all’insegna della più assoluta illogicità, con le ragazze che scappano dal campo massacrando le guardie a colpi di mitra, quasi fossero delle guerriere addestrate nella giungla.
Taccio, per amor di patria sulla recitazione degli attori, che è quanto di più amatoriale si possa immaginare, con la bella e prosperosa Phyllis Davis che fa un figurone in rapporto al resto del cast che è desolantemente sotto la soglia minima di credibilità.
Si possono anche salvare parzialmente Ella Edward e la sventurata Pamela Collins che morirà suicida l’anno dopo l’uscita del film a soli 24 anni.
Tutto il resto del film è dilettantismo allo stato puro, eppure questo film ebbe una minima importanza quando venne distribuito nelle nostre sale.
Si tratta infatti di un primo e pallido tentativo di imitazione del più famoso Sesso in gabbia di Roger Corman uscito l’anno precedente e che aveva avuto un lusinghiero successo.


Il genere di riferimento di L’isola delle salamandre è il WIP o Woman in prison, donne in prigione, un genere di nicchia che ebbe qualche fortuna nel nostro paese e poichè questo film esce nel 1972, in un periodo cinematografico in cui nel nostro paese la censura sta allentando molto lentamente le maglie, si può citare il film diretto da Michel Levesque come uno dei primissimi esempi di WIP.
Il regista americano non era totalmente uno sconosciuto nel nostro paese, l’anno precedente era arrivato in Italia il suo La notte dei demoni, che però era passato quasi inosservato.
Levesque gira L’isola delle salamandre con mano maldestra, puntando le sue pochissime chance sull’aspetto erotico della vicenda, che poi sarà una delle caratteristiche del WIP.

Poichè la base di partenza ovvero la sceneggiatura è decisamente balzana, Levesque aggiunge il leggendario “carico da 11” dirigendo un film in cui anche la mancanza di denaro gioca la sua parte.
Costretto a fare i conti con il low budget, il regista si ingegna in qualche modo appesantendo il tutto con dialoghi piatti e con lunghe sequenze soporifere in cui cerca di dare una giustificazione al tutto raccontando brandelli delle vite delle protagoniste.
L’unica sequenza degna di menzione resta quella in cui nella gabbia delle prigioniere vengono lanciati dei gatti a cui il dottor John ha inoculato il suo siero; vediamo i felini avventarsi sulle malcapitate graffiandole senza pietà. Cosa poi permetta alle ragazze di tornare in perfetta forma il giorno dopo resta un mistero assoluto.

Filmetto senza pretese, quindi, il cui titolo originale (Sweet sugar) ossia dolce zucchero, palese riferimento al nome della ragazza e al campo di lavoro al quale viene condannata venne trasformato in L’isola delle salamandre in modo da giocare con il titolo del film di Cavallone Le salamandre, che ebbe un inatteso successo nel 1969.
L’isola delle salamandre
Un film di Michel Levesque. Con Cliff Osmond, Timothy Brown, Phyllis Davis, Ella Edwards, Pamela Collins Titolo originale Sweet Sugar. Drammatico, durata 92 min. – USA 1972.

PROTAGONISTI

Phyllis Davis     …     Sugar
Ella Edwards          …     Simone

Timothy Brown          …     Mojo
Pamela Collins          …     Dolores
Cliff Osmond         …     Burgos
Angus Duncan          …     Dottor John
Jacqueline Giroux         …Fara
Darl Severns         …     Carlos
Albert Cole          …     Max
James Whitworth          … Mario

CAST TECNICO

Regia: Michel Levesque
Sceneggiatura: Don Spencer
Storia originale: R.Z. Samuel
Musiche: Don Gere
Fotografia: Gabriel Torres

ottobre 31, 2011 - Posted by | Trashsettanta | ,

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