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La Regina dei Vikinghi


La regina dei Vichinghi locandina 2

Nella remota Britannia,punto più avanzato dell’impero romano, terra di confine ostile e selvaggia è morto il vecchio re saggio e amato dal popolo.Sul trono sale sua figlia Salina,che come il padre ha un’indole pacifica e vorrebbe far coesistere pacificamente i conquistatori romani e il suo popolo.
A comandare le legioni romane è Giustiniano, del quale Salina ben presto si innamora,ricambiata.
La cosa,naturalmente, non è ben vista ne dai fieri druidi,abitanti della regione ne dagli invasori romani.
A soffiare sul fuoco c’è anche Ottavio,luogotenente di Giustiniano,del quale Salina teme l’avidità di potere e l’evidente odio e disprezzo per la cultura nativa.
Così, quando Giustiniano è costretto ad assumere il comando di legioni romane in un’altra legione, il conflitto fra le truppe di occupazione e la gente del posto esplode, causando una ribellione dagli esiti drammatici…

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La regina dei vichinghi (The viking queen) è una produzione Hammer del periodo d’oro e si inserisce tardivamente nell’ormai logoro filone peplum che tanto spazio aveva avuto nella cinematografia italiana sopratutto verso il finire degli anni 50 e che conobbe il suo massimo fulgore fino alla metà degli anni sessanta.
Da notare immediatamente la stranezza del titolo che evoca le figure storiche dei vichinghi, popolo nordico dei quali non vi è traccia nel film;siamo nella Britannia, terra abitata da druidi e da britanni, che con gli scandinavi hanno ben poco a che vedere.
L’unico punto di contatto potrebbe essere il riferimento storico ai vichinghi come figure legate al saccheggio, ma anche in questo caso non si capisce bene il riferimento del titolo.

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Apparentemente però la figura di salina potrebbe essere legata a quella storica della regina Budicca, sovrana degli Iceni (una tribu che viveva nella zona orientale dell’Inghilterra) e che capeggiò la rivoltà più violenta contro le truppe d’occupazione romane.
Sconfitta nella battaglia di Watling street la regina Buticca si avvelenò per non cadere nelle mani dei romani, cosa che accade anche nel film; è quindi questo l’unico riferimento storico del film che per il resto può essere considerato come un incidente di percorso della Hammer, solitamente molto attenta alle ricostruzioni di ambienti e paesaggi.
La stessa regina Buticca, che i romani vedevano come “« una donna molto alta e dall’aspetto terrificante. Aveva gli occhi feroci e la voce aspra. Le chiome fulve le ricadevano in gran massa sui fianchi. Quanto all’abbigliamento, indossava invariabilmente una collana d’oro e una tunica variopinta. Il tutto era ricoperto da uno spesso mantello fermato da una spilla. Mentre parlava, teneva stretta una lancia che contribuiva a suscitare terrore in chiunque la guardasse. »” è raffigurata in modo molto differente nel film e interpretata in modo maldestro dall’attrice finlandese Carita,autentica meteora del cinema alla sua seconda e ultima apparizione sul grande schermo.

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A parte la dubbia collocazione storica, il film ha come suo unico punto di forza la brutalità delle scene, vera eccezione nella sterminata produzione peplum.
Il resto del film è un coacervo di situazioni standard del genere peplum;battaglie, inseguimenti, pubbliche fustigazioni, amori e il tradizionale pizzico di erotismo blando,blandissimo (siamo nel 1967) tipico delle produzioni Hammer.
A dirigere il film troviamo Don Chaffey, già autore dei più che discreti Gli argonauti,Un milione di anni fa e autore in seguito, nel 1971 di La lotta del sesso 6 milioni di anni fa
Il regista britannico,che in seguito si specializzerà in prodotti televisivi, segue la sceneggiatura del racconto di John Temple-Smith accentuando la carica di violenza e sorvolando sulla realtà storica delle cose.
Poco male perchè a questo genere di film non era certo richiesta l’aderenza storica,quanto una regia dinamica e la scorrevolezza della trama.
Da questo punto di vista le cose funzionano anche ma i dolori cominciano nell’analisi dell’espressività dei personaggi.
La recitazione è davvero ai minimi termini e sorprende principalmente per l’attenzione che la Hammer metteva nella scelta degli attori.

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Sia Carita (la regina Selina),sia Don Murray che interpreta Giustiniano sono quasi imbarazzanti e vanificano in qualche modo quel poco di buono che il regista riesce ad orchestrare.
Sempre a proposito dell’inaffidabilità storica e quindi della credibilità del racconto vanno segnalati i costumi assolutamente inadegati,con i popolani celti costretti a vagare seminudi nel clima umido e freddo della Britannia e le scene di guerra che sembrano prese di petto dalla Norma di Bellini che però è ambientata in Francia.
Prodotto quindi di evasione e nient’altro a fronte di un progetto di partenza ben più ambizioso;il budget del film ,quasi mezzo milione di sterline non venne recuperato al box office e in seguito di questo film si persero le tracce.

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La regina dei vichinghi

Un film di Don Chaffey. Con Carita,Andrew Keir, Donald Houston, Don Murray, Adrienne Corri Titolo originale The Viking Queen. Avventura, durata 91 min. – Gran Bretagna 1967

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La regina dei Vichinghi banner personaggi

Don Murray … Giustiniano
Carita … Salina
Donald Houston … Maelgan
Andrew Keir … Ottavio
Adrienne Corri … Beatrice
Niall MacGinnis … Tiberio
Wilfrid Lawson … Re Priam
Nicola Pagett … Talia
Percy Herbert … Catus
Patrick Troughton … Tristram
Sean Caffrey Sean … Fergus
Denis Shaw … Osiris
Philip O’Flynn … Mercante
Brendan Matthews … Nigel

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Regia Don Chaffey
Sceneggiatura Clarke Reynolds (dal soggetto di John Temple-Smith)
Musica Gary Hughes
Fotografia Stephen Dade
Montaggio Peter Boita
Produzione Hammer

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L’opinione del sito http://www.cinekolossal.com

Alla morte de re di Britannia, Alina (Salina) sale al trono e s’innamora del romano Valerio (Giustiniano), conquistatore dei territori del nord. Da questa unione Melgan (Maelgan), il gran sacerdote, per paura di perdere il proprio potere, scatena una guerra tra le parti. Alina sconfitta, si suicida.
Rustico melodramma storico-avventuroso-in costume, di produzione inglese e d’inclinazione sadica, che tenta, attraverso un soggetto bislacco, di invertire i termini della storia a favore dei britanni. Un sudiciume assoluto, zeppo di amorazzi pecorecci, battaglie nei boschi, inseguimenti a cavallo e pubbliche punizioni corporali, durissime e compiaciute. Attori in vacanza e regia inesistente. Nella versione italiana, storpiati alla grande i nomi dei protagonisti.

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novembre 2, 2014 - Posted by | Avventura | , ,

2 commenti »

  1. Vaghi ricordi di averlo intravisto in TV, ma non ricordo dove

    Commento di loscalzo1979 | novembre 3, 2014 | Rispondi

    • Rivisto casualmente grazie al prestito di un amico.In rete non c’è traccia di una versione italiana decente.Comunque nulla di che.Ciao 🙂

      Commento di paultemplar | novembre 4, 2014 | Rispondi


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