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La supplente va in città


La supplente va in città locandina

L’ex maestra veneta Rubina cala in città alla ricerca del fidanzato Carlo che non ha più rivisto da quando ha finito la leva militare.
Arrivata a Roma Rubina incontra Carlo, che nel frattempo è diventato un fanatico del ballo; delusa dal suo comportamento, la ragazza lo fa arrestare sotto l’accusa di violenza carnale dopo avergli teso una trappola.
Per svangare la giornata, si fa assumere dai coniugi Davide e Adele, proprietari di un negozio di tessuti; i due hanno un maschio, Leo, che si considera un Casanova mentre in realtà è solo un giovane senza fascino e una femmina, Delia, dalla sessualità ambigua.

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Ben presto Rubina si insinua nella famiglia come un parassita, assecondando le segrete voglie dei componenti della stessa; riesce anche a far allontanare da casa lo spasimante di Delia, ben felice della cosa.
Quando Rubina apprende che Carlo è uscito di galera, passa decisamente al contrattacco; si fa sposare da Leo dopo averlo tenuto sulla corda, anche perchè la donna nel frattempo è rimasta incinta proprio dell’ex fidanzato, riesce finalmente a staccare Adele dai suoi adorati programmi tv, trova una fidanzata di colore a Delia e infine provoca una paralisi a Davide, l’unico che nel frattempo ha capito e visto il gioco di Rubina.

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La supplente va in città esce nelle sale nel 1979 per la regia di Vittorio De Sisti, che ricicla il titolo di “supplente” richiamando il fortunato film che lanciò la breve carriera cinematografica della cantante Carmen Villani. In realtà nel film non c’è alcuna contiguità con il film precedente e il titolo è solo un mero specchietto per le allodole, visto che il personaggio di Rubina non si muoverà in ambito scolastico ma all’interno di una famiglia di persone deboli che la donna manovrerà a suo piacimento fino a diventare la vera padrona di casa grazie ad astute mosse che metteranno tutti i componenti della famiglia sotto il suo controllo.

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Non lasciatevi ingannare dal sunto della trama che ho esposto; il film è debolissimo e malfatto, una commediaccia sexy senza capo ne coda e priva anche di spunti umoristici, tanto che non fosse per la splendida Villani, che non lesina le parti anatomiche, si finirebbe per sbadigliare come ippopotami.
Colpa principalmente della assoluta mancanza di fantasia della trama (quante volte abbiamo visto la subdola cameriera abbindolare i datori di lavoro!), di una recitazione approssimativa che risente ovviamente anche dell’inesistenza di una qualsiasi sceneggiatura accettabile e infine aggiungiamoci la mancanza anche di soldi della produzione, che costringe il regista ad arrangiarsi con quello che ha.

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Così per la prima volta troviamo un arresto fatto da un solo agente (non viene inquadrata nemmeno l’auto della polizia), una carcerazione in cui viene mostrata solo una stanza con l’ombra delle sbarre e via dicendo in un continuo tentativo di De Sisti di far galleggiare la barca che però, malinconicamente sprofonda man mano che lo spettatore si rende conto dell’assoluta povertà del tutto.

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La supplente va in città è l’ultimo film “italiano” di Carmen Villani, prima del periodo spagnolo che la portò a girare altri 4 film e a chiudere malinconicamente la carriera cinematografica nel 1984, con soli 17 film all’attivo (quasi tutti appartenenti al genere sexy) e all’età di 40 anni.

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Va da se che il film di De Sisti è girato con la chiara intenzione di sfruttare le doti fisiche di Carmen Villani, reduce da La signora ha fatto il pieno e da L’anello matrimoniale, film che avevano avuto qualche noia con la censura e che quindi avevano avuto una certa fama proprio in virtù delle loro vicissitudini, più che per meriti intrinseci delle pellicole stesse.
Questo film va ricordato principalmente per essere stato l’ultimo in cui compare un bravo caratterista della commedia all’italiana, Francesco Mulè; dopo oltre 80 film, si chiude la carriera del bravo attore romano, che sarebbe scomparso 5 anni più tardi.
Il resto del cast va segnalato solo per la firma, perchè la recitazione di tutti, inclusa quella del compianto Vincenzo Crocitti, è da dimenticare, così come da dimenticare è anche la colonna sonora di Stelvio Cipriani.
Desolante davvero, questo film.

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Siamo al tramonto di un genere e il film di De Sisti conferma come alla fine degli anni settanta fossero ormai finite le idee e la capacità di dirigere opere che non usassero i soliti stereotipi e le solite trame che avevano caratterizzato gli ultimi tre anni del decennio.

Una fine davvero ingloriosa e malinconica per un genere, quello della commedia sexy, che se pur non particolarmente interessante di per se aveva comunque espresso alcuni buoni prodotti.

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La supplente va in città
Un film di Vittorio De Sisti. Con Francesco Mulè, Vincenzo Crocitti, Carmen Villani, Mario Frittella, Alberto Squillante Erotico, durata 98′ min. – Italia 1979.

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La supplente va in città banner protagonisti

Carmen Villani: Rubina
Vincenzo Crocitti: Leo Romiti
Mauro Frittella: Carlo Pasquini
Josele Román: Delia Romiti, la figlia
Francisco Cecilio: Giovanni
María Luisa Ponte: Adele Romiti
Sandra Cardini: Margherita
Alberto Squillante: negoziante
Francesco Mulè: Davide Romiti, Davide

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Regia Vittorio De Sisti
Soggetto Roberto Natale, Domenico Calandruccio
Sceneggiatura Vittorio De Sisti, Roberto Natale, Franco Mercuri, Comas, Domenico Calandruccio
Casa di produzione T.R.A.C.
Distribuzione (Italia) Martino
Fotografia Raúl Pérez Cubero
Montaggio Anita Cacciolati, Vittorio De Sisti
Musiche Stelvio Cipriani

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luglio 22, 2012 - Posted by | Erotico | ,

5 commenti »

  1. Il film è pochissima cosa.Si salvano solo le grazie della Villani che però valgono il prezzo del bigletto,soprattutto l’inguadratura delle “grandi labbra”che denotano l’impatto erotico(quel poco che c’è alla fine,stesso dicasi del comico,anzi direi inesitente)del filmettino in questione.Era buono solo per sfogare le fantasie adolescenziali di allora,insomma bisognava fare un collage di tutte le scene con la splendida Villani nuda e poi nulla più.Insomma una vera boiata,nel suo complesso,anche perchè i compianti Crocitti e Mulè,non si esprimono proprio.Ciao.

    Commento di Beppe | luglio 27, 2012 | Rispondi

    • Hai detto tutto in poche parole, io ho dovuto allungare il brodo 🙂

      Commento di paultemplar | luglio 27, 2012 | Rispondi

  2. Che c’è da dire su un non film?Certo per fare una recensione bisogna allungare il brodo,ma qua la capacità di sintesi non ci vuole:ci vuole per forza quella argomentativa,che tu hai dimostrato alla grande,complimenti.Alla fine,o sto film,o una copia di “Blitz” con la Villani nuda al suo interno,non fa differenza:sono in pratica la stessa cosa.Ciao.

    Commento di Beppe | luglio 28, 2012 | Rispondi

    • E difatti la cosa migliore resta una splendida Carmen Villani, perchè il film è davvero una cacchina

      Commento di paultemplar | agosto 2, 2012 | Rispondi

  3. La cosa più sfiziosa (che nessuno dice mai, neppure qua) è che il film parte come una parodia della “febbre del sabato sera”, con un sosia di John Travolta, vestito come lui. Nella scena più hot (l’unica purtroppo) il giovanotto perde i pantaloni mentre sta facendo car-sex con la villani in un parco, e subito dopo viene arrestato da una pattuglia di polizia sopraggiunta, mentre lui tenta pateticamente di coprirsi con la camicia da Tony Manero. Quando la vedevo da ragazzino nei vari passaggi sulle tv private esplodevo letteralmente…

    Commento di Harry P. | luglio 26, 2020 | Rispondi


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